Omelia (03-12-2006)
don Ezio Stermieri
l'atteggiamento dell'attesa

Un nuovo anno per la vita cristiana. Un altro invito all'uomo a vivere Cristo: attenderlo con tutta l'umanità, accoglierlo come senso e orientamento della vita; seguirlo attraverso la croce oltre la morte nella nuova vita, inizio di quella eterna; lasciarsi permeare dal suo Spirito perché lo Spirito che Egli ha donato sia il nuovo "ethos", il sale, la luce, il lievito del mondo nuovo.
E così eccoci nell'Avvento. Dobbiamo star attenti che i nostri "cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze (di tutti i tipi!) e affanni...." Alla constatazione che il "sole", quanto dovrebbe dare luce, sicurezza, pace sembra oscurarsi e tutto: il pensiero, la parola, la morale si è fatto debole, umbratile, intermittente, perfino l'amore si è avvelenato di egoismo perdendo la gratuità...E di notte (perché la notte esiste!) la luna è coperta da una atmosfera pesante e angosciosa.
Il male, il 'male' fa più fragore del bene, la vita non è più apprezzata: è buttata, sprecata, calpestata, immolata sull'altare del mercato, dell'interesse e un po' ovunque " gli uomini muoiono per la paura e per l'attesa di un peggio che non ha più fine. Bisogna "stare bene attenti" a non finire nella morsa di questa analisi, anzi, tutto ciò deve diventare urgenza a liberarsi dal laccio, alzarsi dove verrebbe voglia di sedersi, levare il capo quando vorremmo abbassarlo rassegnati, vegliare quando tutto congiura ad addormentare la coscienza, pregare, anche se le soluzioni che si cercano vanno in tutt'altra direzione, quella senza l'oggettività di Dio, dell'Altro, sulla linea degli interessi contrapposti.
E' l'atteggiamento, quello richiesto, dell'Attesa, dell'Avvento di Colui che è stato da sempre atteso come il germoglio che risana, rinnova, produce frutti di vita e non avvelenati sul vecchio tronco dell'umanità (I lett.). Attendere il Figlio dell'uomo: Colui che venendo dall'Altro che è Dio e dunque il punto su cui appoggiare e ripartire per salvare l'uomo ma ha la nostra stessa identità e dunque conosce la fatica, il dolore, la tentazione, ma scrive pagine nuove di vittoria sul male capaci di indicare anche per noi il cammino.
Nasce da quest'attesa, dall'alzare il capo, una nuova tipologia umana, il carattere cristiano, l'uomo che nella speranza cresce e abbonda nell'amare i suoi e tutti, un uomo saldo perché sa in chi ha confidato e irreprensibile perché è evidente il fine e la ragione del suo agire.
Si è nutrito, è stato educato a questo comportamento (II lettura) e, distinguendosi, diventa domanda per chi cerca e si fa risposta, una sola parola: Gesù.