Omelia (05-11-2006)
don Ezio Stermieri
una nuova Costituzione

E' giusto che ci domandiamo se la "novità" di vita che Cristo ha portato, il Regno di Dio che ha inaugurato dando la sua stessa vita, il Nuovo Popolo che Egli ha raccolto, abbia una legge, una costituzione a garanzia della identità, della libertà, della convivenza per quanti sono diventati cittadini, facendosi discepoli della nuova civiltà, del nuovo umanesimo che noi chiamiamo "chiesa": umanità convocata da Dio a vivere la sua stessa vita.
"Accostiamoci dunque anche noi, come lo scriba del Vangelo, con il nostro sapere, la nostra esperienza per domandare: Qual è il primo di tutti i comandamenti? Il perno della costituzione? Il fondamento di tutto il resto? "Il primo è: Ascolta!"
La prima garanzia di libertà, di identità, di convivenza è aprirsi all'alterità. Consiste nel non diventare norma di se stesso, per non cadere nella schiavitù del proprio egotismo, egoismo, narcisismo. E' relazione, intersoggettività, è dunque: amerai. Amore per Dio che diventa ascolto, amore per l'altro di cui, per amore, il cristiano si fa prossimo, l'avvicina. Amare è volere il bene dell'altro; ora, non si può volere il bene di Dio, sommo, pienezza del bene, e dunque, l'unico modo per amare Dio è amare, aprirsi all'amore di chi Dio ama, il prossimo.
L'amare è l'articolo primo della nuova costituzione: da questo conosceranno che siete miei discepoli se avrete amore! Aprirsi a Dio sorgente di bellezza e di bontà e, conseguentemente amare gli altri come suo dono è "non essere lontani dal Regno di Dio". Coniugare questo amore nella concretezza della vita è diventarne parte. Non dunque un comando che coarta ed inibisce la nostra libertà come molti oggi, partendo da una concezione di autonomia (l'uomo misura di sé!) giudicano l'appartenenza alla vita cristiana, ma un comando e perciò qualcosa che va oltre la voglia o non voglia, l'istinto ed il suo spegnimento, ma una parola che viene da chi ha formato l'uomo e l'ha voluto libero perché "Tu sia felice e cresciate... nel paese... e così sia lunga la vita".
Il passo per concludere che la "Legge" cristiana non è un codice, un elenco di nomi, un fideismo lontano dal cristianesimo per cui Dio potrebbe anche essere contraddittorio nel comandare per segnare la sudditanza dell'uomo è lontano dal dire che la nostra legge è una persona: è Cristo! E' Lui il paradigma realizzato dall'amore del Padre e dall'amore per noi, facendosi prossimo.
" Avendo amato i suoi, li amò sino alla fine". E' Lui la nostra libertà, legge, terra e futuro.