Omelia (22-10-2006)
don Ezio Stermieri
La “novità” di Dio che non ha bisogno di propaganda

All'apertura del convegno della Chiesa italiana a Verona, un'altra pietra miliare per il cammino cristiano del nostro paese, il Cardinale di Milano ha detto che è meglio essere cristiani e non dirlo piuttosto che parlarne senza esserlo. Ed è giusto perché è la vita del cristiano, le sue scelte, la sua fedeltà, i suoi valori a parlare, a testimoniare che anche oggi si può essere cristiani e che sempre, in ogni caso, questo è a vantaggio del bene di tutta la comunità civile. Ed è proprio il vangelo di oggi a ribadire i criteri per potersi pensare cristiani, principio attivo della novità, il Regno, che il Padre, a partire da Gesù il Cristo ha posto nella storia.
Non il potere o gli stessi valori della fede asserviti al potere, propagandati per avere i voti "cattolici". La verità cristiana sulla vita, sull'amore, sulla cultura, sulla scienza e la sua funzione, sull'educazione e sui principi che devono regolare un vivere civile non ha bisogno di un potere che la difenda, di qualcuno seduto a destra o a sinistra, agli interni e agli esterni di Gesù, ha bisogno di testimonianza, diciamolo parola scandalosa, ha bisogno di servitori.
Così ha fatto Gesù per rivelare il cuore, l'azione, l'attesa del Padre. Così fa il cristiano per essere nella storia continuatore della salvezza che Egli ha portato, come libertà dal peccato che anziché servire Dio se ne serve, dalla morte che mortifica l'uomo rendendolo strumento del potere, dell'istinto che riduce l'uomo ad animale in continua lotta contro il suo simile.
Aveva visto giusto Isaia guardando al mondo nuovo di cui Dio stesso sarebbe stato inizio quando parola del "servo del Signore" che non si serve degli uomini per rafforzare il potere, ma si sarebbe posto al servizio pagando di persona.
Solo questa strada è la via della Missione della Chiesa nel mondo e, dove troviamo un missionario con il Vangelo, un medico, un insegnante, un agronomo... fiorisce, in mezzo ai poteri in lotta per spartirsi il mondo, la "novità" di Dio che non ha bisogno di propaganda, stende la mano alla nostra partecipazione, per questo anche oggi come al tempo della lettera agli Ebrei, Cristo attrae, Cristo aiuta a decidersi per il Vangelo, invia missionari perché ha risanato la nostra sete di potere, abbeverandoci al suo sangue dell'Amore.