Omelia (20-04-1997) |
mons. Antonio Riboldi |
Abbiamo bisogno di te, prete Una delle tante parole che corrono tra la gente e non fanno parte della convinzione del cuore, è: "c'è proprio bisogno del prete?" Stia a sentire questa storia da cronaca vera. E come questa forse lei ha esperienza diretta. C'è un grande paese con una bella chiesa al centro. Ogni giorno il prete scende presto in Chiesa ed attende che qualcuno entri se non altro per salutare il Padre che non è solo in Cielo, ma è lì, con la presenza del SS.mo Sacramento. Non è solo una felicità ed un aiuto per noi figli salutarLo, pregarLo, darGli un segno che Lo amiamo; ma è un conforto per Lui comunicarci amore. E Lui solo sa di quanto ne abbiamo bisogno. Ogni mattina, dai grandi ai piccoli, passavano vicino alla Chiesa, ma nessuno vi entrava. Il prete restava solo a pregare, ad attendere, inutilmente. Alla fine si convinse che proprio non valeva la pena restare lì, senza che la gente apparentemente lo cercasse. Confidò ad un amico scrittore il suo proposito di andarsene. "E che faremo noi – rispose lo scrittore – quando sapremo che lei non c'è più? E la chiesa veramente vuota? Creda, Padre, tanti di noi, se non tutti, ogni giorno, passando davanti alla chiesa riceviamo conforto, sicurezza, nel sapere che c'è lei a pregare per noi. Una Chiesa senza lei, è come una casa senza padre". Gesù oggi dice: "Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le sue pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale non appartengono le pecore, quando vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e le pecore le rapisce e le disperde: egli è un mercenario e non gli importa delle pecore". Ed è davvero così. Dio mi ha voluto Suo prete e mi ha posto là dove abbondavano i "mercenari" di ogni tipo, dalla criminalità organizzata, alla disoccupazione diffusa, a tantissime povertà, con ben due terremoti, e quello che segue. Prima in Sicilia nella Valle del Belice e ora Vescovo qui ad Acerra. E non è facile essere pastore che ama il gregge fino a dare la vita, senza alcun interesse. Amare con la sola ragione di amare. Chiaro che il primo bene che cerco di dare alla gente è Dio stesso, con la Parola del Vangelo, la preghiera ed i Sacramenti. Ma la gente chiede che io sia là dove c'è la sua sofferenza, e la sua presenza. Vuole che tu sia voce dove capisce di non avere voce, come nel gridare i propri diritti: vuole che tu sia la forza quando capisce che non ha forza: vuole che tu sia speranza quando pare che non ci sia più posto alla speranza: vuole insomma che le stia vicino, ovunque, come la Mano di Dio nelle loro mani: come la carezza di Dio sulle loro piaghe: come l'amico a cui si confida subito, sicuri che non tradisce, anzi ha la sapienza del cuore nell'aiutarti a ritrovarti quanto ti senti perduto. E' difficile fare il prete così. Ma è estremamente bello, anche se a volte senti la meravigliosa sensazione di essere "usato": ho detto "meravigliosa", perché l'amore è sempre servizio e sacrificio. E' possibile essere buon prete solo se Dio chiama: ossia la scelta deve venire da Lui che poi la sostiene. "Pregate il Signore che mandi operai nella sua messe". C'è solo da pregare che Dio ce li mandi questi preti, con le preghiere di tutti. E sarebbe bello che chi mi legge su Internet mi dica le sue impressioni sul prete: mi suggerisca ciò che vuole dal prete. Come vorrebbe sia il prete oggi. E' già un atto di grande amicizia confidarlo. Attendo le tue riflessioni, non importa se critiche: servono sempre. Dio vi benedica. |