Omelia (13-06-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Re 19,12-13 Dalla Parola del giorno Ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: "Che fai qui, Elia?" Come vivere questa Parola? L'insegnamento di Gesù si pone in continuità con la Legge d'Israele, ma va anche al di là della Legge con l'insegnamento delle Beatitudini e la promessa della vita eterna. Vivere le Beatitudini vuol dire lasciarsi coinvolgere totalmente dal modo di vivere di Gesù: convertire le azioni, ma anche curare i pensieri, i desideri, le inclinazioni... In effetti, Egli ci spinge a dare tutto; desidera niente di meno che il nostro cuore, il nostro amore, e non per un suo possesso egoistico (non sarebbe il Dio-Amore!) ma per una piena realizzazione di noi stessi. La vita cristiana non è una vita banale e semplicistica, è una tensione costante a vivere una vita casta, sobria, santa, una vita nello Spirito. Il Signore, però, non ci lascia soli. La vita con Dio, la vita eterna comincia già adesso, dal momento in cui prendiamo sul serio Gesù e cerchiamo di vivere pienamente la volontà del Padre che è nei cieli. Già da ora Egli è in noi e noi in Lui, per quel mistero d'amore che è l'Eucaristia e la vita nello Spirito. Nella prima lettura, dal libro dei Re, impariamo da Elia come avvicinarci a Dio. Egli nella tribolazione ha pregato con insistenza e Dio ha risposto. Dio si è fatto conoscere ad Elia non nel chiasso ma nel mormorio di un vento leggero, non con maestà ma in modo intimo, familiare: "Che fai qui, Elia?" Anche per noi è importante dare spazio a Dio, pregare con insistenza, fare silenzio dentro di noi, per poter accogliere la parola che Dio certamente vuole condividere con noi. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo allo Spirito Santo di 'farmi stare tranquillo' nel silenzio del cuore. Prego con amore e insistenza: Parlami, Signore! La voce di un grande teologo Durante la vita umana di Gesù, lo Spirito Santo aveva in lui il suo tempio che conteneva gli uomini in previsione e in potenza di assumerli come figli di Dio. Dopo la glorificazione del Signore, lo Spirito Santo ha questo tempio in noi e nella Chiesa. Egli compie in noi le stesse operazioni di nascita, di vita come membri del corpo di Cristo, di consumazione di questa qualità del nostro corpo stesso, nella gloria e nella libertà dei figli di Dio. Yves Congar |