Omelia (21-06-2008) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
A ciascun giorno basta la sua pena La chiesa ricorda oggi la bella figura di San Luigi Gonzaga, che consuma la sua vita in breve tempo, soli 23 anni, nel servizio degli appestati a Roma dove portava il suo aiuto di carità. La nobiltà dei natali non gli impedì di dedicare la sua vita al servizio del Signore nella Compagnia di Gesù, dove si prodigò a sollievo dei poveri. Pio XI lo elesse "Patrono della gioventù cattolica". L'esempio di questo santo giovane che dedica tutta la sua vita a servizio del Signore è in pieno contrasto con la prima lettura dove il popolo ebreo viene ripreso dal profeta Zaccaria (circa 800 anni prima di Cristo) perché trascura il culto del vero Dio per prostrarsi dinanzi a divinità create dalla fantasia dell'uomo. Il profeta viene fatto morire, ma non si fa attendere la vendetta del Signore che mette Gerusalemme e suoi abitanti in mano degli Aramei e in una congiura, anche il re Joas, che ne aveva decretata la morte, viene ucciso. Bene invece concorda il brano evangelico con le scelte fatte da San Luigi. Egli ha preferito alle ricchezze e alle mollezze della sua casa ducale la povertà e il pieno abbandono alla divina provvidenza. Attratto dall'amore del Signore Gesù, povero, si è preoccupato di vivere nel distacco dai beni di questa terra, in attesa di quelli eterni. Voglia San Luigi suscitare, nell'animo dei giovani, il desiderio di coltivare nel proprio cuore i veri valori dello spirito e invogliare alla vita di consacrazione quanti avvertono nel loro cuore il soffio della chiamata del Signore. Il richiamo alla realtà della nostra precarietà, delle nostra insicurezza e instabilità ci doni un abbandono filiale alla divina provvidenza che ci assicura la sua amorevole assistenza, adducendo come esempio i gigli, l'erba del campo, che da lui ricevono bellezza e splendore. L'esortazione a cercare il regno di Dio e la sua giustizia ci trovi più disponibili, spronati anche dall'esempio e dall'intercessione di San Luigi. |