Omelia (15-06-1997)
mons. Antonio Riboldi
Le piccole grandi cose

Sono trascorsi due mesi da quando ho creduto cosa buona occupare un "sito" in Internet. Ero e sono profondamente persuaso che siamo tutti alla ricerca di un amico di cui fidarsi, ascoltare una parola, che non sia mai arroganza o parole dal vuoto interiore, ma avesse il profumo della ricerca della verità, che è sempre un raggio di luce con tanto amore e quindi offerta di felicità.

Non sapevo neppure io chi avrei incontrato nella grande piazza del mondo, davvero diventata il gran bazar delle offerte che non hanno senso: come una grande carnevalata che alla fine ti lascia stordimento e vuoto di cuore.

Posso dire di essere stato avvicinato da centinaia di persone: e mi rincresce solo di non conoscere il loro volto, che è il dono più bello del nostro stare insieme.

Ogni giorno vengo accostato da una ventina di persone. Il mio collaboratore mi dice che dalla statistica che dà il computer, risulto il secondo più visitato nella settimana. Provo grande gioia, come quando si viene dall'incontro fruttuoso con amici. Parecchi di questi amici mi hanno scritto, tramite la posta elettronica: a tutti ho risposto, creando così un legame, che è come camminare insieme in questa difficile vita.

Grazie di cuore a tutti!

Dico queste cose, leggendo il Vangelo di oggi domenica, che sembra fatto apposta per chi affida la sua parola a Internet: "Il Regno di Dio, dice Gesù, è come un uomo che getta il seme nella terra: dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura" ( Mc. 4,26-28 )

Ed è proprio così. Dio e noi per conto suo, non affidiamo la nostra opera a progetti che sappiano di potenza. Confidiamo nella potenza della parola, che più è semplice e più è vera. Come quando ci si ama veramente: non si usano grandi discorsi: dirsi "ti voglio bene" è come "accendere il sole nell'anima". I grandi discorsi a volte velano la luce della verità.

Tanti di voi, scrivendomi mi chiedono se e quanto è grande la missione di un vescovo, in territori che hanno particolari difficoltà. Non nascondo che donare la buona notizia del Vangelo oggi, chiede tanta fatica. Ma non fa paura la fatica. Quello che sento Dio mi chiede è di affidarsi alla sua potenza che quando riesce a trovare la porta socchiusa di un uomo, sa entrare e compie meraviglie. Quante volte capita a tutti, anche a voi, di sperimentare la verità del Vangelo di oggi. Una buona parola detta o sentita, che in apparenza sembra un piccolo seme: oppure un gesto semplice di amore, che ti coglie che ti coglie all'improvviso, magari in un momento difficile, è come quel seme di cui parla Gesù, che cade di giorno o di notte, che poi diventa stelo e poi spiga.

Forse non crediamo alla semplicità dei piccoli gesti pieni di amore, alle parole sussurrate al momento giusto, parole che sgorgano dalla verità nella carità ed allora ci pare non esista più il seme divino che cade e fa frutto, senza che neppure tu lo sappia. Il mondo ci ha abituati al successo dai grandi gesti.

E' bello sentire Dio che afferma il contrario. Bello sapere che, come è nella Bibbia, la sua presenza è come un sottile vento che ridà vita. Bello vedere questa semplicità di Dio nell'amare l'uomo. E dovrebbe essere anche la nostra semplicità.

Ma occorre offrirGli "spazi di terra" per accogliere il seme.

Per te che mi leggi, uomo o donna, ti assicuro tutto il mio bene che si fa preghiera. Grande come è sempre la preghiera dell'amico, pronto a raccogliere le sofferenze e le gioie dell'amico.