Omelia (29-06-2008) |
padre Romeo Ballan |
Tre amori irrinunciabili: l’Eucaristia, Maria, il Papa Riflessioni Pietro e Paolo emergono come annunciatori del Vangelo ai popoli, fondatori di comunità cristiane e testimoni di Cristo fino al martirio. La festa odierna li associa nella fede in Cristo e nella fondazione della Chiesa di Roma. Con un'attenzione privilegiata e di alto valore teologico, l'autore degli Atti mette in evidenza la sintonia fra Pietro in carcere e la comunità cristiana (I lettura): "Dalla Chiesa saliva incessantemente a Dio una preghiera per lui" (v. 5). La liberazione miracolosa di Pietro dal carcere palestinese lo rende ormai libero per altri orizzonti missionari. Paolo, in carcere, traccia un bilancio della sua vita (II lettura), ringrazia il Signore che gli è stato vicino e gli ha dato forza perché potesse "portare a compimento l'annuncio del Vangelo e tutte le genti lo accettassero" (v. 17). Il servizio missionario di Pietro, degli apostoli e di ogni cristiano affonda, necessariamente, le radici nell'esperienza di una chiamata vissuta e corrisposta nell'amore. "So di chi mi sono fidato", afferma Paolo senza tentennamenti (2Tim 1,12). Pietro va crescendo progressivamente nella fiducia e nell'abbandono al suo Maestro. A Cesarea di Filippo (Vangelo) risulta che la gente colloca Gesù a livello dei grandi profeti d'Israele (v. 13-14); il che è già una buona approssimazione, ma ancora a livello spettacolare, ferma nel passato. Pietro va oltre l'opinione corrente, fino a cogliere la novità di Gesù: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (v. 16). Tale risposta supera l'intendere umano (della carne e il sangue), perché è frutto di una rivelazione che viene dal Padre (v. 17). Gesù allora, in quel clima di apertura, rivela a Pietro e agli altri discepoli il suo progetto per una nuova comunità: la sua Chiesa, che durerà nei secoli (v. 18). Dopo la crisi della passione, la fiducia di Pietro in Cristo sarà totale: "Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene" (Gv 21,17). Nonostante le difficoltà storiche e le resistenze opposte a questi testi di Matteo e di Giovanni, il piano di Gesù riguardo alla sua Chiesa sussiste nel tempo, secondo la tradizionale interpretazione cattolica delle tre metafore: la pietra (v. 18), le chiavi (v. 19), il binomio legare-sciogliere (v. 19), che si completano nel conferimento post-pasquale a Pietro del servizio di pascere, nell'amore, il popolo della nuova alleanza (cf Gv 21,15s). Però, non qualunque autorità è buona per il popolo. Secondo Gesù, che è "il Signore e il Maestro" (Gv 13,14), che "non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita" (Mt 20,28), l'autorità (le chiavi) è data a Pietro e alla Chiesa per un servizio al popolo di Dio in una diaconia d'amore senza fine. Il Concilio ci dà la dimensione teologica e missionaria di questo progetto: "In ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio chiunque lo teme e opera la giustizia (cf Atti 10,35). Tuttavia Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo" (LG 9). Infatti, "la Chiesa pellegrinante è missionaria per sua natura" (AG 2). Perché "essa esiste per evangelizzare" (EN 14). Non è marginale il fatto che Gesù parli di questo suo progetto trovandosi in un territorio pagano (regione di Cesarea di Filippo), in un contesto geografico simile a quello della donna cananea: questi due fatti narrati da Matteo rivelano il carattere universale della missione di Cristo e della Chiesa. Quanto più ampia è l'autorità tanto più intenso deve essere l'amore, generoso il servizio, aperta l'accoglienza, plurale la capacità di armonizzare doni differenti. Il vescovo don Tonino Bello, di Molfetta (+1993) aspirava alla "convivialità delle differenze". E Papa Benedetto XVI, accanto alla tomba di don Tonino, ricordando gli apostoli Pietro e Paolo, che furono pescati da Cristo per diventare a loro volta pescatori, parla, significativamente, della "comunione delle diversità". La festa dei due apostoli e la Giornata del Papa ci riportano al tema dell'appartenenza alla Chiesa. In 30 anni di vita missionaria in Africa e in America Latina, mi sono convinto che vi sono tre elementi tipici dell'identikit del cattolico, che lo contraddistinguono in seno al confuso universo religioso del nostro tempo, identificandolo di fronte a se stesso, davanti ai non cristiani e ad altri gruppi cristiani (protestanti, ortodossi, anglicani...). Tali valori sono: la fede nell'Eucaristia, la devozione alla Madonna e l'amore al Papa. Sono tre amori irrinunciabili che riempiono di gioia e danno consistenza alla vita e alla missione del cristiano-cattolico nel mondo intero. Parola del Papa "Il Pescatore, pescato da Gesù, ha gettato le reti fin qui, e noi oggi rendiamo grazie per essere stati oggetto di questa pesca miracolosa, che dura da duemila anni, una pesca che, come scrive proprio san Pietro, «ci ha chiamati dalle tenebre alla ammirabile luce [di Dio]» (1Pt 2,9). Per diventare pescatori con Cristo bisogna prima essere pescati da Lui. San Pietro è testimone di questa realtà, come lo è san Paolo, grande convertito, di cui (celebriamo) il bimillenario della nascita. Come Successore di Pietro e Vescovo della Chiesa fondata sul sangue di questi due eminenti Apostoli, sono venuto a confermarvi nella fede in Gesù Cristo... La Chiesa non ha confini, è universale. E i confini geografici, culturali, etnici, addirittura i confini religiosi sono per la Chiesa un invito all'evangelizzazione nella prospettiva della comunione delle diversità". Benedetto XVI Omelia a Santa Maria di Leuca (Brindisi), 14 giugno 2008 Sui passi dei Missionari - 29/6: SS. Pietro e Paolo, Apostoli, missionari e fondatori della Chiesa di Roma e di altri luoghi; furono martirizzati sotto l'imperatore Nerone (+64-67 ca.). - Giornata per la carità del Papa. - 29/6: B. Raimondo Lullo (Maiorca, 1235-1316), terziario francescano, studioso e scrittore; andò missionario in Africa per instaurare un dialogo fraterno con i Saraceni; fu incarcerato e martirizzato. - 30/6: B. Basilio Velyckovskyj (1903-1973), vescovo e martire greco-cattolico ucraino; perseguitato duramente in patria, fu espulso e morì in esilio a Winnipeg (Canada), in seguito a una dose di veleno a effetto lento, somministratogli prima dell'espulsione (1972). - 1/7: S. Oliviero Plunkett (1629-1681), nato in Irlanda, studiò a Roma e insegnò teologia nel Collegio di Propaganda Fide; fu arcivescovo di Armagh (Irlanda) e martirizzato a Londra. - 1/7: B. Ignazio Falzon, chierico di Malta (La Valletta, 1813-1865), dedito all'istruzione cristiana e alla conversione di militari e marinai. - 1/7: B. Antonio Rosmini (1797-1855), sacerdote e fondatore, uomo di straordinaria profondità di pensiero e di vita cristiana. Per alcuni scritti fu incompreso e condannato ingiustamente dalla Chiesa, verso la quale egli serbò sempre amore e obbedienza. Fu beatificato a Novara, 18/11/2007. - 3/7: S. Tommaso, apostolo, professò la sua fede in Cristo risorto e, secondo la tradizione, evangelizzò l'India. - 4/7: S. Elisabetta del Portogallo (1271-1336), terziaria francescana, fece opera di pacificazione e riconciliazione in famiglia, e tra Portogallo e Spagna. |