Omelia (11-07-2008)
a cura dei Carmelitani
Commento su Giovanni 15,1-8

1) Preghiera

O Dio, che nell'umiliazione del tuo Figlio
hai risollevato l'umanità dalla sua caduta,
donaci una rinnovata gioia pasquale,
perché, liberi dall'oppressione della colpa,
partecipiamo alla felicità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...



2) Lettura del Vangelo

Dal Vangelo secondo Matteo 19,27-29
In quel tempo, Pietro prendendo la parola disse: "Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?". E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna.


3) Riflessione

- Oggi è la festa di San Benedetto, patrono d'Europa. Per questo, in Europa, il vangelo di oggi è diverso. Gli altri continenti continuano a meditare il Discorso della Missione (Mt 10,16-23), iniziato il 9 luglio. In Europa il vangelo di oggi ci parla dell'invito di Gesù ad abbandonare tutto e a seguirlo (Mt 19,27-29). Per capire tutta la portata di questo invito è bene aver presente il suo contesto. Gesù aveva detto al giovane ricco: "Se vuoi essere perfetto, va', vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri, ed avrai un tesoro nel cielo. Poi vieni e seguimi. Nell'udire ciò, il giovane si riempì di tristezza, perché era molto ricco" (Mt 19,22). Dinanzi alla reazione negativa del giovane, Gesù commenta dicendo "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel Regno dei Cieli" (Mt 19,24). Questa parola di Gesù spaventò i discepoli: "Ma allora, chi potrà salvarsi?" Gesù rispose: "Per gli uomini questo è impossibile, ma nulla è impossibile a Dio". E a continuazione viene la domanda di Pietro che introduce il vangelo di oggi.
- Matteo 19,27: La domanda di Pietro. "Gesù, ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?" Nonostante avessero abbandonato tutto per seguire Gesù, loro non hanno ancora abbandonato la mentalità di prima. Non hanno capito ancora il senso del servizio e della gratuità. Abbandonarono tutto, ma in realtà per avere qualcosa in cambio. "Cosa avranno?". La risposta di Gesù è simbolica. Ed è divisa in due parti:
(a) la ricostruzione del nuovo Israele (Mt 19,28)
(b) la ricompensa per coloro che abbandonano tutto per amore suo (Mt 19,29).
- Matteo 19,28: La ricostruzione del nuovo Israele. "In verità vi dico, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele". C'è una ricompensa, sì, ma non per meriti. La ricompensa sarà il frutto naturale dell'impegno gratuito, liberamente assunto, di seguire Gesù in questa vita. Poiché chi segue Gesù in questa vita, starà con lui nell'altra vita. La ricompensa sarà: sedersi sul trono della gloria insieme a Gesù. Nel mondo rinnovato, annunciato da Isaia (Is 65,17-25; 66,22-23), in cui Gesù apparirà come il Figlio dell'Uomo, il giudice universale, annunciato da Daniele (Dan 7,13-14), gli apostoli staranno con Gesù, non nel potere, ma nel servizio. Nel vangelo di Giovanni Gesù formula la stessa cosa, in altro modo: "Voglio che stiano con me dove io stia".
- Matteo 19,29: La ricompensa per coloro che abbandonano tutto per amore a Gesù. "Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna". Si tratta di una duplice promessa: il centuplo in questa vita e nel futuro la vita eterna. Oggi, in molte comunità ecclesiali di base, la gente riconosce la verità di questa promessa di Gesù in questa vita. Poiché la vita in comunità fa crescere il numero di sorelle e fratelli, di padri e di madri. La condivisione aumenta l'aiuto reciproco fino al punto di non esserci più in comunità persone nel bisogno. Le comunità raggiungono l'ideale dei primi cristiani (cf At 2,44-45;4,34-35).
- La scelta a favore dei poveri. Al tempo di Gesù, c'erano diversi movimenti che cercavano, come Gesù, di vivere in comunità, in modo nuovo: gli esseni, i farisei e, più tardi, gli zeloti. Ma nella comunità di Gesù c'era qualcosa di nuovo che si differenziava dagli altri movimenti. Era l'atteggiamento dinanzi ai poveri ed agli esclusi. Le comunità dei farisei e degli esseni vivevano separate. La parola "fariseo" vuol dire "separato". Vivevano separati dalla gente impura. Alcuni farisei consideravano la gente ignorante e maledetta (Gv 7,49), in peccato (Gv 9,34). Gesù e la sua comunità, al contrario, vivevano insieme alle persone escluse: poveri, pubblicani, peccatori, prostitute, lebbrosi (Mc 2,16; 1,41; Lc 7,37). Gesù riconosce la ricchezza e il valore che i poveri posseggono (Mt 11,25-26; Lc 21,1-4). Li proclama felici, perché loro è il Regno, il Regno è dei poveri (Lc 6,20; Mt 5,3). Definisce la sua missione così: annunciare la Buona Novella ai poveri" (Lc 4, 18). Lui stesso visse da povero. Non possedeva nulla per sé, nemmeno una pietra dove reclinare il capo (Lc 9,58). E a chi vuole seguirlo per vivere con lui, ordina di scegliere: o Dio, o il denaro! (Mt 6,24). Ordina di fare la scelta a favore dei poveri! (Mt 19,21-22) La povertà che caratterizzava la vita di Gesù e dei discepoli, caratterizza anche la missione. Al contrario degli altri missionari (Mt 23,15), i discepoli e le discepole di Gesù non possono portare nulla con sé, né oro, né argento, né due tuniche, né borsa, né sandali (Mt 10,9-10). Devono affidarsi all'ospitalità (Lc 9,4; 10,5-6). E se sono accolti dalla gente, devono lavorare come tutti e vivere di ciò che ricevono in cambio (Lc 10,7-8). Inoltre devono occuparsi dei malati e dei bisognosi (Lc 10,9; Mt 10,8). E solamente così possono dire alla gente: "Il Regno è qui!" (Lc 10,9). Questa testimonianza diversa a favore dei poveri era il passo che mancava nel movimento popolare dell'epoca. Ogni volta che nella Bibbia sorge un movimento per rinnovare l'Alleanza, loro ricominciano ristabilendo il diritto dei poveri, degli esclusi. Senza di questo, l'Alleanza non si ricostruisce! Così facevano i profeti, così fa Gesù. Denuncia il sistema antico che, in nome di Dio, escludeva i poveri. Gesù annuncia un nuovo inizio che, in nome di Dio, accoglie gli esclusi. Questo è il senso ed il motivo dell'inserimento e della missione della comunità di Gesù in mezzo ai poveri. La scelta per i poveri attinge la sua radice dalla nuova alleanza e la inaugura.


4) Per un confronto personale

- Una persona che vive preoccupata per la sua ricchezza o che vive volendo compare tutti i prodotti della propaganda in televisione, può liberarsi di tutto per seguire Gesù e vivere in pace in una comunità cristiana? E' possibile? Cosa ne pensi?
- Come capire e praticare oggi i consigli di Gesù al giovane ricco?



5) Preghiera finale

Beato l'uomo che teme il Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
Potente sulla terra sarà la sua stirpe,
la discendenza dei giusti sarà benedetta.
(Sal 111)