Omelia (15-08-2008) |
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie) |
Che Maria, madre di Gesù, fosse stata assunta in cielo con il corpo (o così detta Dormizione della Beata Vergine, cioè la totale immersione in Dio) era già una convinzione fin dai primi tempi della Chiesa. Ne troviamo tracce, infatti, nella liturgia sia di Oriente che di Occidente a partire dal VII secolo. Fu proclamato dogma di fede da Pio XII nel 1950. Nella prima lettura Giovanni ci presenta con un quadro veramente apocalittico la storia della Salvezza, la perenne lotta tra il bene e il male e la salvezza del mondo che arriva per mezzo di una donna, descritta in modo regale e trionfante, ma costretta dalla malvagità degli uomini a fuggire, dopo aver dato alla luce un figlio, colui che è destinato a governare tutte le nazioni. E' questa l'immagine che ci vuol dare la lettura di oggi, quello di una donna che malgrado la sua gloria passa attraverso le tribolazioni per fare a noi il regalo più bello: in lei la Parola si è fatta Carne, storicamente visibile, toccabile e udibile. In continuazione con questa immagine, Paolo ci ricorda che come grazie all'uomo Adamo l'umanità precipitò nel peccato e con esso nella morte, così attraverso un altro uomo, il figlio di Maria, è avvenuta la rinascita in Cristo risorto che porta alla sconfitta di tutti i mali, compresa la morte. Questo è il regalo che ci ha fatto Dio Padre per mezzo di Maria. Nel Vangelo Luca ci presenta ancor meglio la profondità della figura di Maria che, già in attesa del futuro bambino, non esita a mettersi in viaggio (più di 50 Km!), per andare ad aiutare la cugina Elisabetta, più anziana e anche lei in attesa di un figlio. L'incontro tra le due donne è sorprendente e manifesta gli avvenimenti straordinari che stanno per accadere, Elisabetta, un'altra donna, è la prima a riconoscere chi sta per venire, pur non avendolo ancora visto, ma interpretando cosa avviene in lei udendo la voce di Maria, la quale prorompe con il cantico del Magnificat che ancora oggi ci affascina e ci riempie il cuore di speranza. Maria quindi donna e strumento che ha permesso all'umanità di conoscere Gesù, il figlio di Dio, Parola fatta carne, Parola che entra a pieno titolo nella nostra storia. Ma Maria anche madre e sposa, serva dell'umanità, che non esita ad indossare il grembiale per aiutare chi ha bisogno. Nella nostra iconografia tradizionale Maria viene sempre rappresentata come una fanciulla giovane e bellissima, a cui la devozione popolare non ha mai fatto mancare preghiere e devozioni, pellegrinaggi e santuari. Nella recita della preghiera dell'Ave Maria ripetiamo anche noi le parole di Elisabetta "Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo". Chi può essere giustamente chiamata beata se non Maria? Essa non solo ha ascoltato la Parola, ma l'ha concepita e trasformata in carne, è colei che non ha esitato a dire "si" al Signore, sulla fiducia, per trasformarsi in strumento di salvezza per tutta l'umanità. Spesso rivolgiamo la nostra preghiera a Maria perché interceda presso suo figlio Gesù per sollevarci da qualche problema o perché ci faccia qualche grazia particolare, ma questo dono lei ce lo ha già fatto, ed è stato un dono immenso, ed è per questo che la Chiesa tutta, fatta da tutti i credenti di ogni epoca e nazione, l'ha voluta presente vicino al figlio in carne e in spirito, quale simbolo della nostra resurrezione che verrà. Rivolgiamo allora oggi una preghiera a lei, non per chiedere, ma per dire grazie per quel "si" che si è trasformato in un dono immenso per tutti noi. In conclusione potremmo dire che questa solennità è festa della vita come dono di Dio e ci conferma, nella fede, che è possibile un mondo nuovo, nonostante la lotta esistente tra il bene e il male (prima lettura) e le contraddizioni e le ingiustizie quotidiane (Magnificat). Per la riflessione di coppia e di famiglia: • Questa solennità ci ricorda che le grandi opere di Dio (salvezza) passano attraverso l'umiltà della sua serva (provvisorietà della nostra vita). In Maria abbiamo una simbologia di tutta la vita fatta di gioia (nascita), di dolori (minaccia di morte), e anche di speranza grazie all'intervento di Dio. Se questa è la nostra fede, tutta la nostra vita diventa un cammino di liberazione dai condizionamenti, dalle difficoltà... Cosa facciamo per attualizzare questo progetto? Commento a cura di Anna e Carlo Beltramo |