Omelia (15-08-2008)
mons. Antonio Riboldi
Maria SS.ma Assunta in cielo

È grande festa, oggi - e non mi riferisco solo al ferragosto, che dovrebbe essere festa della vita - ma al GRANDE EVENTO DELL' ASSUNZIONE DI MARIA AL CIELO.
Quante chiese sono dedicate all'Assunta, come ad indicare a tutti noi la bellezza della vita che ci attende, se seguiamo Maria.
Giusto proporre a voi - ovunque vi troviate - un pensiero su una solennità che vorremmo preannunci la 'nostra solennità', quando con Maria saremo in cielo.
Così Paolo VI proponeva alla riflessione l'evento dell'Assunzione:
"Qui è la vita - dice la nostra faticosa, ma apparentemente vittoriosa conquista del mondo circostante, e qui si dirigono e arrestano i nostri desideri; qui arriva la nostra speranza al di là del quadro della nostra immediata esperienza. Il mondo della religione sembra vano; quello soprannaturale, poi, al quale siamo effettivamente destinati, inconcepibile.
L'aldilà è sostituito dall'al di qua.
L'idea della Madonna che di là appunto ci osserva e ci attende, ci sembra strana e forse importuna. E invece quella Beatissima, se ancora fosse capace di trepidazione e di lacrime, soffrirebbe con noi, vedendoci intenti ad altri fini, che non quelli che a Lei conduce....
In altri termini: siamo forse gente tutta occupata dai desideri e dagli affari di questo mondo, come se altro noi non dovessimo cercare di amare. Così noi non siamo più spiriti veramente religiosi, che conoscono la contingenza radicale delle cose presenti: e non siamo più allenati ad estrarre i valori superiori, quelli morali, connessi con il nostro destino.
Ecco allora che il ricordo della assunzione di Maria fa risuonare nelle nostre anime, quasi uno squillo di trombe celesti, una chiamata che parte di là, dall'altra riva della vita, quella oltre il tempo e oltre il quadro del nostro mondo naturale nella sua dispiegata pienezza.
Maria ci chiami. Maria ci dia la fede nel Paradiso e la speranza di raggiungerlo.
Maria ci aiuti a camminare per la via di quell'amore che a quel beato termine conduce.
Maria ci insegni ad operare con bravura e con dedizione, nella cura delle cose di questo mondo, ma ci dia insieme la sapienza e la povertà di spirito che tengono liberi i nostri cuori e agili i nostri animi per la ricerca dei beni eterni.
E mettiamo fin d'ora nelle sue mani materne l'epilogo della nostra esistenza:
'Difendici, o Maria, dal nemico invisibile e raccogli la nostra anima'.
E alla vigilia della grande solennità dell'Assunta, con voi, voglio pregare Maria, nostra diletta Mamma, che sicuramente ci attende in Cielo a vivere in pienezza la gioia con Lei:
"Madre di Gesù Cristo e Madre mia, io vengo a pregare
non ho nulla da offrire e nulla da domandare.
Vengo, Madre, solo a guardarti.
Guardarti e piangere di gioia nel sapere che io sono tuo figlio e tu sei qui.
Un istante solo, mentre tutto si ferma.
Essere insieme con te, Maria, qui dove sei tu.
Non dir nulla, ma solo cantare perché il cuore è troppo pieno,
come il merlo che segue la sua idea, una specie di distici improvvisati.
Perché tu sei bella, sei immacolata, donna restituita alla grazia.
Tu sei lo creatura nella sua prima felicità e nel suo sboccio,
così come è uscita da Dio nel mattino del suo originale splendore.
Ineffabilmente intatta, perché tu sei la Madre di Gesù Cristo
che è la verità tra le tue braccia, la sola speranza, il solo frutto,
perché tu sei la donna,
tu sei l'Eden dell'antica tenerezza dimenticata
il cui sguardo va diritto al cuore e fa sgorgare lacrime accumulate.
Sono qui per dire grazie semplicemente perché tu esisti
Madre di Gesù Cristo e mia, sii ringraziata.
(Paul CIaudel)