Omelia (15-08-2008)
don Roberto Rossi


Celebriamo oggi la solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria. Si tratta di una festa antica, che ha il suo fondamento ultimo nella Sacra Scrittura: questa infatti presenta la Vergine Maria strettamente unita al suo Figlio divino e sempre a Lui solidale. Madre e Figlio appaiono strettamente associati nella lotta contro il nemico infernale fino alla piena vittoria su di lui. Questa vittoria si esprime, in particolare, nel superamento del peccato e della morte, nel superamento cioè di quei nemici che san Paolo presenta sempre congiunti. Perciò, come la risurrezione gloriosa di Cristo fu il segno definitivo di questa vittoria, così la glorificazione di Maria anche nel suo corpo verginale costituisce la conferma finale della sua piena solidarietà col Figlio tanto nella lotta quanto nella vittoria.

Di tale profondo significato del mistero si fece interprete Papa Pio XII nel pronunciare, il 1 novembre 1950, la solenne definizione dogmatica di questo privilegio mariano. Egli dichiarava: "In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità con uno stesso decreto di predestinazione, Immacolata nella sua Concezione, Vergine illibata nella sua divina maternità, generosa Socia del Divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte, come già il suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale dei secoli"

La tradizione cristiana ha collocato come sappiamo nel cuore dell'estate questa che è una delle feste mariane più antiche e suggestive, l'Assunzione della Beata Vergine Maria. Come Gesù risuscitò da morte e ascese alla destra del Padre, così Maria, terminato il corso della sua esistenza sulla terra, fu assunta in cielo. La liturgia ci richiama oggi a questa verità consolante di fede, mentre canta le lodi di Maria che è stata coronata di gloria incomparabile. "Nel cielo - leggiamo oggi nel brano dell'Apocalisse proposto dalla Chiesa alla nostra meditazione - apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle". In questa donna, sfolgorante di luce, i Padri della Chiesa hanno riconosciuto Maria. Nel suo trionfo il popolo cristiano pellegrino nella storia intravede il compimento delle sue attese e il segno certo della sua speranza.

Maria è esempio e sostegno per tutti i credenti: ci incoraggia a non perderci di fiducia dinanzi alle difficoltà e agli inevitabili problemi di tutti i giorni. Ci assicura il suo aiuto e ci ricorda che l'essenziale è cercare e pensare "alle cose di lassù, non a quelle della terra". Presi dalle occupazioni quotidiane rischiamo infatti di ritenere che sia qui, in questo mondo nel quale siamo solo di passaggio, lo scopo ultimo dell'umana esistenza. Invece è il Paradiso la vera meta del nostro pellegrinaggio terreno. Quanto diverse diventeranno le nostre giornate se ad animarle sarà questa prospettiva! Così è stato per i santi. Le loro esistenze testimoniano che quando si vive con il cuore rivolto a Dio, le realtà terrene sono vissute nel loro giusto valore perché ad illuminarle è la verità eterna dell'amore divino.

Maria è assunta in cielo in corpo e anima: anche per il corpo c'è posto in Dio. Il cielo non è più per noi una sfera molto lontana e sconosciuta. Nel cielo abbiamo una madre. E' la Madre di Dio, la Madre del Figlio di Dio, è la nostra Madre. Egli stesso lo ha detto. Ne ha fatto la nostra Madre, quando ha detto al discepolo e a tutti noi: "Ecco la tua Madre!" Nel cielo abbiamo una Madre. Il cielo è aperto, il cielo ha un cuore.

Nel Vangelo abbiamo sentito il Magnificat, questo grande canto venuto dalle labbra, anzi dal cuore di Maria, ispirata dallo Spirito Santo. In questo canto meraviglioso si riflette tutta l'anima, tutta la personalità di Maria. Esso comincia con la parola "Magnificat": la mia anima "magnifica" il Signore, cioè "proclama grande" il Signore. Maria desidera che Dio sia grande nel mondo, sia grande nella sua vita, sia presente tra tutti noi. Non ha paura che Dio possa essere un "concorrente" nella nostra vita, che possa toglierci qualcosa della nostra libertà, del nostro spazio vitale con la sua grandezza. Ella sa che, se Dio è grande, anche noi siamo grandi. La nostra vita non viene oppressa, ma viene elevata e allargata: proprio allora diventa grande nello splendore di Dio.

Nell'epoca moderna a volte si pensa e si crede che, accantonando Dio ed essendo noi autonomi, seguendo solo le nostre idee, la nostra volontà, saremo realmente liberi, potendo fare quanto vogliamo, senza che nessun altro possa darci ordini. Ma dove scompare Dio, l'uomo non diventa più grande; perde anzi la dignità divina, perde lo splendore di Dio sul suo volto. Alla fine risulta solo il prodotto di un'evoluzione cieca e, come tale, può essere usato e abusato. E' proprio quanto l'esperienza di questa nostra epoca sta confermando.

Solo se Dio è grande, anche l'uomo è grande. Con Maria comprendiamo che è così. Non dobbiamo allontanarci da Dio, ma rendere presente Dio; far sì che Egli sia grande nella nostra vita; così anche noi diventiamo divini; tutto lo splendore della dignità divina è allora nostro. Applichiamo questo alla nostra vita. E' importante che Dio sia grande tra di noi, nella vita pubblica e nella vita privata. E' importante che Dio sia presente nella nostra vita comune, perché solo se Dio è presente abbiamo un orientamento, una strada comune; altrimenti i contrasti diventano inconciliabili, non essendoci più il riconoscimento della comune dignità. Rendiamo Dio grande nella vita pubblica e nella vita privata. Ciò vuol dire fare spazio ogni giorno a Dio nella nostra vita, cominciando dal mattino con la preghiera, e poi dando tempo a Dio, dando la domenica a Dio. Non perdiamo il nostro tempo libero se lo offriamo a Dio. Se Dio entra nel nostro tempo, tutto il tempo diventa più grande, più ampio, più ricco.

Maria Ss., assunta in cielo, non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più vicina e la sua luce si proietta sulla nostra vita e sulla storia dell'intera umanità. Possiamo ricorrere con fiducia a Lei che dall'alto ci guarda e ci protegge. Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza. E per poter condividere un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino, possiamo imitarla ora nel seguire Cristo docilmente e nel servire generosamente i fratelli. È questo il modo vero per pregustare, già nel nostro cammino terreno, la gioia e la pace che vive in pienezza chi giunge alla meta immortale del Paradiso. Maria ss., porta del cielo, intercedi per noi!