Omelia (15-08-2008)
don Daniele Muraro


I brani biblici fra la Messa vespertina della vigilia e quella del giorno sono diversi, a sottolineare l'importanza della solennità, ma possiamo dire che si completano a vicenda. Le letture della vigilia e soprattutto quelle della solennità ci presentano Maria santissima in viaggio.
La prima lettura della Messa della vigilia riferisce del momento dell'arrivo dell'Arca di Dio, trasportata a spalle dal santuario di Silo a Gerusalemme per volontà del Re Davide. Visitando la cugina Elisabetta Maria ripete lo stesso itinerario da nord a sud dell'Arca santa.
L'Arca era un baule che conteneva un pugno di manna dentro un vaso e con essa le tavole della Legge, cioè i dieci comandamenti scritti su pietra, insieme al bastone con cui Mosè aveva aperto il Mar Rosso. L'Arca aveva accompagnato il pellegrinaggio del popolo di Israele nel deserto e infine aveva trovato posto nella stanza più interna del tempio di Gerusalemme, il Santo dei Santi. Dopo la sua perdita con la presa di Gerusalemme del 587, il Santo dei Santi rimase vuoto.
Si attendeva una nuova presenza di Dio in mezzo al suo popolo e anche si immaginava una degna dimora per il suo arrivo. Perciò le parole della donna popolana che interrompe Gesù mentre parla e grida con voce forte: "Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!" non sono fuori posto con riferimento a Gesù il Messia promesso e a Maria, sua Madre. Gesù però risponde: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!".
Come nota acutamente sant'Agostino le parole di Gesù non valgono come una diminuzione della figura di Maria, al contrario ne costituiscono la massima esaltazione.
Maria è grande "perché ha creduto", qui sta il suo merito di fronte a Dio, ma anche per lei prestare fede alla parola dell'angelo e in seguito alle parole di Gesù non fu facile.
Il cammino di Maria, prima ancora che uno spostamento geografico da Nazaret alla casa di Elisabetta sua parente e poi sempre da Nazareth a Betlemme, di qui verso l'Egitto come profughi e poi ancora da Nazareth dietro a Gesù fino a Gerusalemme fu anzitutto un pellegrinaggio nella fede.
Maria conobbe la santità del suo Figlio Gesù, a partire dalla sua venuta nel mondo per opera dello Spirito santo, ma lo servì anche i suoi bisogni umani fino all'età adulta. Maria conosceva le Scritture antiche e poteva controllare l'esattezza delle profezie che si compivano in Gesù, ma dovette fronteggiare anche l'incredulità dei suoi connazionali e correligionari ebrei e infine la loro opposizione aperta e la persecuzione nei confronti della Chiesa dei primi tempi.
Il primo viaggio, nel senso concreto di spostamento da un luogo all'altro, affrontato da Maria di cui ci parla il Vangelo è la visita alla cugina Elisabetta. San Luca ci dice che la Madonna lo affrontò in fretta: voleva incontrare la parente e soprattutto voleva condividere con lei l'ansia per la nascita dei due bambini che aspettavano, rispettivamente Giovanni Battista e Gesù e l'emozione dell'Annunciazione.
Al saluto di Elisabetta, che poi è diventato parte della preghiera mariana per eccellenza, l'Ave Maria, la Madonna risponde con un'altra preghiera, il Magnificat: "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore".
Tutte le virtù che Elisabetta loda in Maria, Maria le attribuisce a Dio: Lui solo è grande e guardando solo a Lui è consentito essere raggianti di gioia. "Magnificare" significa letteralmente "fare grande". Maria riconosce di essere la serva del Signore: Dio l'ha scelta proprio per la sua umiltà.
L'incarico che le ha conferito ispira tutta la sua preghiera: Dio si è ricordato della triste condizione del suo popolo, schiavo del peccato e nella sua bontà ha deciso di soccorrerlo. Per questo scopo ha chiesto l'aiuto suo ed ora Lei effettivamente "magnifica" il Signore, cioè lo fa grande, nutrendolo e facendolo crescere durante il periodo della gestazione fino al momento della sua nascita e anche oltre.
In questo senso Maria ha un animo apostolico: cioè adempie una missione nei confronti di Dio e del mondo intero dando alla Chiesa Gesù il Figlio di Dio fatto uomo. Per questo noi la acclamiamo anche con il titolo di "Regina degli Apostoli".
Questa peculiarità è segnalata anche dall'immagine presa dall'Apocalisse della donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul suo capo, una corona di dodici stelle. Gli Apostoli il giorno di Pentecoste nel Cenacolo effettivamente fecero corona attorno a Maria in attesa di ricevere lo Spirito santo e poi di partire a predicare.
I piedi della donna poggiano sulla luna, simbolo della variabilità delle fasi umane. Maria le domina, perché è vestita di sole, simbolo della forza della luce di Dio, perciò secondo le parole del prefazio, può "risplendere per il popolo cristiano", pellegrino sulla terra "come segno di consolazione e di sicura speranza".
Maria Assunta al cielo ci dice che nella Chiesa tutti abbiamo una missione: le attività a cui siamo chiamati sono diverse, ma deve rimanere comune a tutti quanti la preoccupazione di testimoniare la nostra fede.
Se uno vive nella prospettiva dell'eternità si vede, tutta la sua vita cambia, diventa raggiante come il sole. Maria che per prima ha percorso questo cammino e che oggi vediamo arrivata alla metà ci aiuto nel viaggio della nostra fede.