Omelia (03-09-2008) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Gesù si china su di noi Il chinarsi su qualcuno esprime tenerezza, affetto, volontà di prestagli aiuto. Così vediamo oggi Gesù. È chinato sulla suocera di Pietro in preda alla febbre. È bello vederlo in una realtà più ampia e ancora più vera. L'Inviato del Padre, si è umiliato nella carne per essere uno di noi. Ecco il suo chinarsi verso la nostra umanità, afflitta dal male e dalla febbre del peccato. Egli stende ancora le sua mani per guarirci e salvarci. Ciò è frutto di quella perenne redenzione che continuamente si attua nella storia del mondo e di ciascuno di noi. Il chinarsi di Cristo raggiungerà il suo apice sul calvario, sulla croce e nel sepolcro. Sappiamo che da quella profonda umiliazione sgorgheranno i frutti della salvezza. Il nemico, l'accusatore sarà precipitato per sempre negli inferi e Cristo si ergerà glorioso come nostro avvocato nella gloria del Padre. Resterà però ancora chino su di noi a stendere le sue mani, ad illuminarci con la sua parola, a nutrirci con il suo corpo e il suo sangue. Gesù è chino su ciascuno di noi per garantirci il suo amore, ma è nella perfetta unione con il Padre; lì ormai è posto il deserto della sua preghiera per noi. Egli ha azzittito i demoni e ci ha donato l'alimento della fede con la verità della sua testimonianza di Figlio di Dio e fratello nostro. Tutto questo è l'opera della salvezza. |