Omelia (13-04-2003)
don Nazareno Galullo (giovani)
Preghiera vera: quale?

Domenica delle Palme 2003
vangelo di Marco 14,1 - 15,47

(abbiamo scelto i versetti 32-42 del capitolo 14)
Al Getsemani
[32]Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». [33]Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. [34]Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». [35]Poi, andato un po' innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. [36]E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu». [37]Tornato indietro, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora sola? [38]Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole». [39]Allontanatosi di nuovo, pregava dicendo le medesime parole. [40]Ritornato li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e non sapevano che cosa rispondergli.
[41]Venne la terza volta e disse loro: «Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. [42]Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

Commento
La passione di Gesù è il momento cruciale della sua esistenza. È in quel momento che viene evidenziata la sua piena umanità...insieme alla sua piena divinità.
Ogni condannato a morte è triste...fino alla morte. Ogni condannato a morte è in angoscia per quel momento da subire, sia esso innocente o colpevole. Gesù è l'innocente che subisce una morte ingiusta, frutto di una ingiustizia "legalizzata" dall'uso cieco della Sacra Scrittura.
Gesù chiede una sola cosa: vegliare e pregare. E quanto è facile dire di sì. Spesso ho sperimentato la facilità della mia volontà a dire "sì" ad un invito del Signore a "vegliare e pregare"...
Ed ho sperimentato la stessa facilità ad addormentarmi. Sì, ad addormentarmi sulle mie sicurezze, quando avevo capito che dovevo pregare per le vittime di una guerra; ad addormentarmi sul mio stomaco pieno...quando avevo capito che dovevo pregare per la fame nel mondo; ad addormentarmi su tutto ciò che non vivevo....quando mi è stato chiesto di pregare per situazioni a me lontane.
La vera preghiera è "azione", dicono i santi di tutti i tempi. Ed anche in questa situazione di passione, manca l'azione degli apostoli. Qual è l'azione richiesta? Il restare.... e il vegliare. È un fatto attivo quello di "stare svegli". Se sei un condannato a morte, sapere che c'è qualcuno che è sveglio con te e per te, non ti fa sentire solo. Ti dà forza e coraggio.

La preghiera si unisce alla veglia. Si prega da svegli, non da dormienti. Si prega per vedere in faccia la realtà e per decidere la propria azione. Non si prega per "dimenticare", non si prega per addormentare la propria coscienza ed i propri sensi di colpa...per poi poter dire: "ho fatto la mia parte ed ora sono tranquillo".

Questa funzione di tranquillità lasciamola alle droghe. Spesso sento i miei alunni dire: professore, è tranquillo! E si riferiscono a quello stato di torpore che un bicchiere di troppo (magari cercato!) ti provoca.
La preghiera, se è "droga" spirituale...non serve a niente e nessuno. Non serve nemmeno a titolo personale...perché è pura illusione.

L'insistenza di Gesù sembra forte. Quando li avverte che "la carne è debole...vegliate e pregate per non entrare in tentazione", si ritrova poi di nuovo i discepoli addormentati e dice: "BASTA". Gesù dice basta di fronte agli uomini spenti, agli uomini molli...e ironicamente dice: dormite e riposatevi!!!

Oggi sento questa parte di vangelo (che in verità per questa domenica delle Palme è molto più lunga) come un rimprovero e allo stesso tempo come un atto di amore di Gesù. Rimprovero, e mi riferisco a quanto ho scritto prima; atto di amore, perché egli, nonostante tutte le mie debolezze, coscienti e non, continua a volermi bene ed a volere la mia salvezza. E per questo non posso che dirgli grazie, con la speranza di una conversione reale giorno per giorno. Vorrei potergli dire: Gesù, ti prego, accettami come sono. Un giorno sicuramente mi troverai sveglio e pronto quando subirai il calvario negli occhi di un sofferente, di un povero, di un bisognoso, di un emarginato, di un giovane spento dalle droghe e dall'alcol, di una famiglia distrutta dal divorzio, di tutti coloro che subiscono una ingiustizia.