Omelia (16-09-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su 1Cor 12,12-13 Dalla Parola del giorno Fratelli, come il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo. E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo. Come vivere questa Parola? Per dimostrarci l’unità in Cristo, S. Paolo attinge alla stupenda unità del corpo umano. È come se ci dicesse: "In ognuno di voi ci sono organi e membra e funzioni diverse ma, fino a che rimane in voi lo spirito della vita, ciascuno di voi è una persona unica e irrepetibile. Tu sei il tuo occhio, il tuo piede, la tua mano. E il tuo occhio, il tuo piede e la tua mano, pur essendo diversi tra loro sono in armonia, sono te. Ecco il punto: diversi tra loro eppure in armonia! La diversità quindi è armonia, completamento, compimento. Quel non essere solo mano o solo piede o solo occhi o altro che è nel tuo corpo, crea una differenziazione che genera ricchezza. Però, la diversità a volte crea problema. "Io sono così, invece l’altro è cosà; io voglio questo, l’altro invece vuole quello... scattano confronti e, a volte addirittura contrapposizioni, intolleranze circa il suo modo di pensare e di agire. Può anche nascere senso d’inferiorità e magari invidia perché il ‘diverso’ da me riesce meglio, è più bravo di me. Vi è un modo per uscire da questo vortice del confronto, della contrapposizione, della rivalità? Della paura del diverso? Come passare dal considerare l’altro rivale a considerarlo coinquilino della comune casa che è la terra e compagno dello stesso viaggio che è la vita? Scoprire che proprio la diversità arricchisce la comunità umana e la Chiesa di Dio e arricchisce me, te. E gioire, facendo del ‘diverso’ un’occasione per decentrarmi in un amore universale come quello di Gesù. Oggi, nella mia pausa contemplativa, invoco lo Spirito Santo: Brucia con il tuo Amore le scorie di egoità che si annidano nel mio cuore, dilata la mia anima alla speranza e alla certezza che l’inedito dell’altro (e anche mio!) è la ricchezza che ogni giorno mi è data in dono perché io aneli sempre più all’infinito, a Te al Padre e a Gesù mio Signore. La voce di un grande vescovo L’uomo, ogni persona umana, ognuno di voi non è entrato nell’universo dell’essere per caso, affidato esclusivamente alla mera progettazione della propria libertà, collocato in un’originaria neutralità nei confronti di qualsiasi realizzazione di se stesso. La vita non è un teatro in cui ciascuno sceglie prima di entrare in scena, quale parte recitare. Noi siamo stati pensati dal Padre dentro un rapporto: il rapporto con Cristo. È questo rapporto che definisce la nostra persona e ne determina il destino eterno: "voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte". Monsignor Caffarra |