Omelia (20-04-2003)
LaParrocchia.it
Pasqua di Risurrezione

Fratelli nella fede, mentre i sommi sacerdoti pensavano di essersi finalmente liberati di una persona fastidiosa, non capivano che invece finalmente si è realizzata la salvezza, finalmente Dio si è manifestato per quello che è e per quello che fa. Dio salva attraverso l'immolazione, è morendo che il chicco di grano diventa la spiga, è morendo che si risorge. La logica di Dio è diversa dalla nostra. Dio afferma se stesso e salva nell'annientamento totale. Invece noi pensiamo che la glorificazione avvenga quando c'è il successo e non quando c'è il sacrificio, il silenzio ed il nascondimento.
Dal Mercoledì delle Ceneri fino ad oggi, le prediche ne avete sentito tante. Perciò, oggi, voglio invitarvi a fare una riflessione su questi ultimi tre giorni: il cosiddetto Triduo Pasquale.

Noi, Signore, troppe volte ti abbiamo lasciato solo.
Siamo venuti nel Cenacolo tante volte,
ma non siamo entrati nel mistero, non abbiamo capito ciò che tu hai fatto.

Nel Getsemani ci siamo addormentati,
e ti abbiamo lasciato solo:
solo a gemere, solo a vegliare, solo a pregare.

Ci siamo spinti nel cortile del Sommo Sacerdote,
o davanti al pretorio di Pilato,
ma non ci siamo schierati per te.
Come Pietro abbiamo preso le distanze,
ti abbiamo rinnegato, ti abbiamo rifiutato,
e come gli apostoli abbiamo realizzato una nostra fuga.
Spesso la nostra presenza accanto a te
è solo rito esteriore, è solo curiosità superficiale.

Ti sei incamminato sulla strada del Calvario,
e noi non abbiamo accettato la tua croce.
Noi, spontaneamente, non l'accettiamo mai.
Ci siamo ribellati quando la tua croce ci veniva offerta in modo misterioso.
Sei andato solo al Calvario pur camminando in mezzo alla folla.
Non abbiamo sofferto con te,
il nostro cuore non si è spezzato come il velo del tempio.
Spesso non abbiamo accolto il tuo grido lanciato tra terra e cielo mentre spiravi.

Ma ora, Signore, abbiamo capito quale è il prezzo del tuo amore.
Abbiamo ascoltato le tue parole, abbiamo fissato te,
crocifisso e trafitto dalla lancia del soldato e ci sentiamo invitati,
a realizzare la parola del tuo profeta che dice
"Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto".
Noi guardiamo a te, Signore, in questo giorno glorioso.
Noi vogliamo dirti che d'ora in poi non ti lasceremo più solo.
Tu sei il primo della fila di coloro che cercano Dio.
Dietro a te noi vogliamo camminare,
con la certezza che nella grande sera della tua Pasqua,
ti incontreremo nella luce sfolgorante della tua Risurrezione.
E certi della tua presenza affronteremo le nostre responsabilità della vita,
e ti cercheremo per amarti anche nei nostri fratelli.

È Pasqua. Non è un'immagine, non è una favola, non è un mito: è veramente la Pasqua del Signore.
Perciò, chi ama il Signore si rallegri in questa festa di gioia. Il servitore fedele entri nella gioia del suo Signore. Chi ha atteso questo giorno nella penitenza, riceva la sua ricompensa. Chi ha lavorato fin dalla prima ora, riceva oggi il salario che gli è dovuto, chi è arrivato dopo la terza, sia lieto nel rendere grazie; chi è giunto dopo la sesta non abbia paura; chi ha tardato fino alla nona, venga senza esitare; chi è arrivato all'ultima ora non creda di essere arrivato troppo tardi.

Perché il padrone è buono, accoglie l'ultimo come il primo, concede il riposo all'operaio dell'ultima ora come a quello della prima, ha misericordia dell'ultimo e premia il primo. Al primo dà, all'ultimo regala. Apprezza l'operato di ciascuno, loda ogni intenzione.
Entrate tutti nella gioia del Signore; primi e secondi, ricevete tutti la ricompensa; ricchi e poveri, sia che abbiate digiunato, sia che abbiate fatto festa, siate tutti nella gioia, onorate tutti questo giorno!

È Pasqua! Nessuno pianga la sua miseria: il regno di Dio è aperto a tutti. Nessuno si rattristi per il suo peccato: il perdono si è levato dal sepolcro. Nessuno abbia paura della morte perché il Salvatore ci ha liberati dalla morte.
Noi ti preghiamo, Signore Dio; ti preghiamo, Cristo, nostro Re in eterno: stendi le tue mani su questa Chiesa da te santificata, su questo popolo che ti appartiene. Proteggilo, custodiscilo, conservalo; combatti e sottometti l'Avversario, vinci quelli che servono le tenebre. Sii tu la nostra guida, la nostra speranza, la nostra gioia, la nostra vittoria, la nostra risurrezione. Concedici di cantare con Mosè l'inno del trionfo: poiché tua è la gloria la potenza e l'onore nei secoli dei secoli. Amen!

AUGURI DI UNA SANTA PASQUA
A VOI E AI VOSTRI CARI.
SIA LODATO GESÙ CRISTO!


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