Omelia (18-04-2003) |
padre Gian Franco Scarpitta |
"Che cos'è la verita?" Gesù si rivolge a Pilato con queste parole: "Tu lo dici. Io sono re, e per questo sono nato e sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chi appartiene alla verità ascolta la mia voce." Ma Pilato risponde a Gesù: "E che cos'è la verita?" (Gv 18, 37-38) Già. Ce lo domandiamo anche noi: che cos'è la verità? Secondo Pilato, assertore della mentalità sofistica della sua epoca, la verità era soltanto quanto di "tangibile" e immediatamente fruibile potesse esperire immediatamente: "Quello che vedo, che tocco, che sento... Questo è per me la verita!" La nostra concezione odierna intorno al vero non è ppoi tanto differente: il consumo, la propaganda, le certezze immediate di successo costituiscono il solo motivo di speranza e di verità che illusoriamente determinano l'andamento della nostra vita. E se ci si pone una verità di carattere trascendente, ecco insorgere in noi lapretesa che questa elimini immediatamente i nostri problemi... Cerchiamo un idolo, non un Dio! Eppure ci si domanda sufficientemente se il Crocifisso abbia reso davvero testimonianza alla verità? Meglio ancora: ci si è convinti di CHI sia l'uomo Gesù di Nazareth appeso ad un patibolo? Lui stesso aveva annunciato: "Chi viene dalla terra appartiene alla terra e parla come un uomo di questa terra; chi viene dal cielo parla di ciò che ha visto e udito. Però nessuno accoglie la sua testimonianza. Chi invece l'accoglie, riconosce e afferma che Dio dice la verità. L'inviato di Dio riferisce le parole di Dio perché Dio gli ha dato tutto il suo Spirito... Chi crede nel Figlio ha la vita eterna. Chi disobbedisce al Figlio non vedrà la vita: il castigo di Dio non si alontana da lui." (Gv 3, 31-35) Che cosa vuol dire? Che Gesù è il Figlio di Dio, ossia Dio stesso fattosi uomo per annunciare gli "arcana caelorum" (Dei Verbum)e rivelare in termini umani una volta per tutte la volontà di Dio. Nessuno può più domandarsi pertanto quale sia il vero Dio e che cosa Questi voglia da noi, poiché chi vede Gesù vede Dio. Allora è chiaro: la verità è Gesù Cristo fattosi uomo per la nostra salvezza. Il fatto che egli abbia compiuto dei miracoli di guarigione perfino in giorno di Sabato contro le aspettative della Legge signnifica che in Lui si rivela l'amore di Dio per l'umanità, specialmente quella abbandonata e reietta da tutti e che abbia accolto i pubblicani e i peccatori intrattenendosi con loro attesta che Dio è fonte di perdono e di riconciliazione per tutti. Ma la verità rivelata in Gesù Cristo non è qualcosa che si possa toccare, né che si possa comprare in alcun mercato: ad essa si deve aprire il cuore e ci si deve solo affidare, sottomettendovi perfino l'intelletto e la volontà. In altre parole è la fede che ce la fa' conoscere. Se così non fosse, Gesù sarebbe sceso dalla croce immediatamente e avrebbe perfino perseguitato quelli che ve lo avevano appeso... Ma sarebbe stato tutto troppo semplice! Infatti è una pretesa assurda e semplicistica quella di aspettarsi un Dio che intervenga sempre e soltanto attraverso procedimenti di carattere soprannaturale o espedienti dirompenti e/o sconvolgenti: dove potremmo noi esercitare la virtù, specialmente nella lotta contro il male che imperversa in noi stessi e in quello che ci circonda? La verità di Gesù Cristo interpella quindi la nostra fede, così come insegnò lui stesso sperimentando la solitudine, lo scherno, lo sputo e i chiodi assillanti della croce. E sul patibolo perfino l'abbandono da parte di Dio, secondo l'ottica prefigurativa dell'Agnello condotto al macello di cui Is 52-53. Di fronte alla croce lignea che in questo pomeriggio ci viene posta innanzi con molta solennità la nostra condizione non può essere allora che quella di condanna nei confronti della nostra pretesa di razionalismo e di risposte immediate e della situazione nella quale "il cuore rallenta, la testa cammina"(F. De Andrè). Porci troppe domande sullo sperimentabile e verificabile in materia di fede e di rivelazione non può che condurci verso lo smarrimento interiore, poiché il dubbio diventa sempre più assillante fin quando non vi troviamo delle risposte... Affidarsi alla verità che è Gesù Cristo vuol dire trovare forza, serenità di spirito e perseveranza nella lotta e nei mali del presente. |