Omelia (26-09-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento Luca 9,18-22 Dalla Parola del giorno Allora domandò: "Ma voi chi dite che io sia?". Pietro, prendendo la parola, rispose: "Il Cristo di Dio". Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. "Il Figlio dell’uomo – disse - deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti, dagli scribi, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno" Come vivere questa Parola? La domanda di Gesù non si è fermata nel tempo e nel luogo in cui è stata pronunciata la prima volta. Percorre i secoli della storia e si ripropone a ciascuno di noi. In quel momento preciso, Pietro, illuminato dallo Spirito, ha dato una risposta illuminante. Oggi, le nostre risposte, forse sarebbe ancora più eterogenee di quelle dei discepoli, perché il mistero del Cristo abbraccia tutte le generazioni e l’intero universo. Inoltre, qualora ci riuscisse di avvicinarci ad una conoscenza più chiara del Figlio di Dio, rimarrebbe sempre il segreto doloroso e incomprensibile della sua passione. Una morte annunciata e tragica, difficile da accettare per noi che, come gli uomini di tutti i tempi, siamo affascinati da chi è vincente nella vita. Carlo Maria Martini, ultimamente, ha confessato il suo rifiuto iniziale della passione e morte di Gesù. Rifiuto che è perdurato fino a quando il cardinale stesso ha incontrato la sofferenza, il limite, il pensiero della morte incombente. Nel Vangelo di oggi, Gesù ci rivela che la strada della Croce è quella che ci può condurre meglio sulla via della conoscenza di Lui. Nella pausa di preghiera di questa giornata, dirò: Rivelami, Signore, come con le tue parole e con la tua vita, con la tua morte e la tua risurrezione, tu sei lo straordinario nel quotidiano, l’onnipotente nella debolezza, il Dio con noi, il santo e l’unico per i secoli dei secoli. La voce di un filosofo Che io cammini verso di te, Signore, seguendo una strada sicura, diritta, praticabile e capace di condurre alla meta, una strada che non si smarrisca fra il benessere o fra le difficoltà. Che ti renda grazie quando le cose vanno bene, e nelle avversità conservi la pazienza, senza esaltarmi nella prosperità e senza abbattermi nei momenti più duri. S. Tommaso d’Aquino |