Omelia (04-10-2008)
don Stefano Varnavà


I discorsi su S.Francesco possono essere molteplici, anche perché ognuno, a ragione o a torto, "lo tira" sempre dalla propria parte.


Nella prima preghiera abbiamo letto: "Francesco è stato una viva immagine di Cristo", cioè, Francesco ha imitato Gesù Cristo.

Non esiste una sola imitazione di Gesù Cristo, perché Gesù ha tantissime sfaccettature essendo Dio e non solo uomo, e ognuno Lo può imitare in base a una o più sfaccettature. Quindi, tutti possiamo essere imitatori di Cristo, dal frate a colui che si sposa, dalla persona che fa del volontariato a quella che guadagna col commercio...

S.Francesco ha avuto l'umiltà di non imporre a nessuno il suo modo di vivere. Lui ha scelto un dato tipo di vita che riteneva, per sè, la sola maniera sicura per poter imitare Gesù Cristo. Altri, dietro suo esempio, lo hanno seguito imitandolo; altri ancora lo hanno pregato di far loro da Padre spirituale, ma a questo lui si è sempre rifiutato perché aveva compreso che la vita di ciascuno è una vita programmata e indirizzata da Dio. Questo va detto per coloro che hanno ancora in mente il concetto del "Padre spirituale", un concetto che si è deformato nel tempo perché il Padre spirituale è colui che indica la via, ma la via poi va percorsa da ognuno con le proprie gambe. Invece c'è gente che si "affida" e ubbidisce esclusivamente al Padre spirituale dimenticandosi che la nostra vita è affidata ad ognuno di noi, e che il Signore ci chiederà personalmente conto di come l'abbiamo vissuta: lo chiederà ad ognuno di noi e non al nostro Padre spirituale!

Francesco ci ha dato un esempio di vita, ci ha proposto, con il suo esempio, un tipo di vita ma... non l'ha mai imposta agli altri.


Altro punto: Francesco viene utilizzato come immagine per coloro che amano gli animali, per i cosiddetti "verdi", ma... a questo punto io metterei i "puntini" sulle "i".

Francesco ha capito una cosa fondamentale: ha capito la paternità di Dio, ha capito che Dio è creatore e in base a questo ha detto: "Siamo fratelli".

Chi non riconosce Dio come Padre non può parlare di fratellanza e solidarietà, perché a "lungo andare" il discorso non "regge" con la pratica.

Diffidate di coloro che non rispettano Dio perché "Presto o tardi -dice il proverbio cinese- non rispetteranno l'uomo".

S.Francesco è un bellissimo emblema perché lui, pagando di persona ha capito quello che sta alla base della fratellanza universale, alla base del "fratello sole, sorella luna, fratello lupo....": Dio Padre.

S.Francesco ha capito che Dio è Padre, che Dio è creatore, che Dio ha inventato tutto senza "firmare" nulla.

Non avendo Dio "firmato" nulla, noi ci dimentichiamo facilmente che tutto è di sua proprietà e diciamo: "Gli alberi sono del Comune...". Gli alberi non sono del Comune ma sono di Dio perché è Lui che li ha creati.

Ci sono delle appropriazioni indebite che non tornano ad onore del Signore!

Il Cielo e la terra li ha creati Dio, quindi nessuno può dirsi padrone della terra, nessuno può dirsi padrone di niente!

Dio ha inventato tutto senza firmare nulla.

Dio non è come "Missoni, Armani..." che mettono la loro firma sempre più in grande perché ormai la gente compra, non il vestito, ma la "firma".

Dio ha "inventato", ha creato un "giardino" (così dice la Bibbia) per i suoi due figli, Adamo ed Eva; un giardino dove loro potessero camminare liberamente e vedere cose belle elevando il pensiero a Lui Padre e creatore, che aveva preparato per loro una bellissima "casa", e che per non lasciarli in ozio, li aveva designati giardinieri.

A questo punto bisognerebbe far notare chiaramente ai "verdi" che il giardiniere molte volte deve tagliare gli alberi o i loro rami; che il giardiniere non può essere passivamente assistente.

"La natura non si tocca!", gridano i "verdi", ma... chi l'ha detto? Se si è giardinieri bisogna fare i giardinieri e "toccare" la natura. Chi di voi sarebbe disposto ad assumere un giardiniere per un vostro eventuale giardino o orto e sentirlo asserire: "Io sono un perfetto giardiniere perché ho lasciato crescere il tutto tale quale senza toccare nulla: io ho rispettato la natura".

Ragionamento abbastanza comune: rispettare la natura, cioè lasciare tutto tale e quale e non fare quello che Dio voleva facessero Adamo ed Eva. Dio ha fatto un "giardino" e li ha messi quali giardinieri, proibendo loro di toccare solo uno degli alberi presenti, ma di "lavorare" e accudire a tutti gli altri.

L'uomo deve aiutare la natura, deve migliorare la natura, deve fare il bene della natura, ma in una "visione" armonica. L'uomo non deve diventare il predatore della natura defraudandola di tutto quello che essa offre (su questo sono d'accordo con i "verdi), ma deve intervenire su di essa per il suo stesso bene.

Gesù ha impiegato tanto tempo per far capire alla gente che il "Sabato è per l'uomo e non l'uomo per il Sabato", e anche che la "natura è per l'uomo e non l'uomo per la natura"...

Si sentono ragionamenti come: "I paesaggi.....; si deturpa il panorama....; non si può fare il "tratturo" in montagna perché si rovina il paesaggio...". Benissimo, ragioniamo così e lasciamo che i boscaioli continuino a portare i loro carichi sulle spalle invece di fare il tratturo che permetterebbe loro di "salire " e scendere" con un mezzo. Io direi che coloro che ragionano così sono un poco "matti" anche se sono grandi giornalisti o, addirittura, Deputati o Senatori.

La natura è fatta per l'uomo e non l'uomo per la natura!

Il criterio discriminante di tutto ciò è la necessità; necessità che non è comodità (badate bene); se c'è una necessità bisogna intervenire perché è più importante un uomo di un albero.

Francesco ha rispettato la natura, e ha voluto che si volesse bene alla natura tenendo sempre però presente le necessità dell'uomo (non le sue comodità) per aiutarlo.

Per poter aiutare l'uomo, Francesco, è arrivato persino a portare in "giro" dei sacerdoti che celebrassero le funzioni in Chiesine site distanti dalle città, ma poste vicino alle case coloniche dei contadini. Non solo, per tre anni lui stesso si è dato da fare per poter ripristinare queste Chiesuole.

Noi diremmo: "Chi glielo ha fatto fare? Aveva la mania del "mattone"? Era un sovrintendente delle Belle Arti?". Certamente ha fatto anche delle cose belle, le possiamo vedere ancora oggi, ma il suo vero motivo era portare la Santa Messa a tutti, perché il "Sabato" (sabato biblico, per noi domenica, in quanto giorno di riposo dal lavoro) non è stato creato solo per far ricuperare le energie perdute e renderci idonei alla successiva fatica, ma è stato creato per amore della vita. L'uomo non è una bestia da soma e il "Sabato" (o la domenica) non serve per crescere la sua efficienza sul lavoro.

"L'uomo, ultimo nella creazione -dice Hescel, teologo ebreo- è primo nell'intenzione di Dio e il "Sabato" è il fine della creazione del cielo e della terra e sarà il "Sabato" futuro, la Vita eterna futura. Il "sabato" non è a sevizio dei giorni feriali: 'Faccio quello che non ho fatto in tempo a fare durante la settimana....', sono invece i giorni feriali che esistono in funzione del "Sabato", perché il "Sabato" non è un interludio ma il culmine e il culmine del vivere".

Dice Gandhi: "Il lavoro senza dignità è miseria, ma un riposo senza spiritualità è fonte di degradazione".

Ai giorni nostri hanno aumentato i giorni di riposo, sabato e domenica, aumentando la degradazione dell'uomo perché, il suo è un riposo senza spiritualità. S.Francesco ha capito tutto questo.

La gente pensava comunemente che: la terra fosse nostra madre, il tempo fosse denaro e la riuscita nostra compagna. Francesco, invece, ripeteva che Dio è nostro Padre, che il tempo è dignità, e che lo spirito, l'anima è la nostra compagna.

C'è un mondo delle cose e un mondo dello spirito.

Il momento della domenica è un microcosmo dello spirito.

Come il mondo fisico non deve porre resistenza al potere dell'uomo, così il mondo dello spirito non deve porre resistenza alla ragione dell'uomo, il "Sabato" non è santo per grazia dell'uomo perché è Dio che ha santificato il settimo giorno.

Francesco aveva capito che per mantenere una spiritualità nelle persone che lavorano bisogna insistere sulla domenica, e non sulla domenica fatta solo di distrazioni, ma sulla domenica come momento in cui noi ritorniamo a Dio e vediamo di godere quelle cose per le quali ci siamo dati da fare nei giorni feriali.


Da ultimo, Francesco è l'esempio del rapporto tra l'ascetica e la mistica.

L'ascetica è quella parte che cura la padronanza di se stessi: potremmo paragonarla allo "yoga".

Dice Gesù: "Imparate da Me che sono mite e umile di cuore". L'ascetica deve portare ad essere umile e mite di cuore.

Solo sull'ascetica si può costruire la mistica, cioè il rapporto diretto con Dio.

S. Francesco, è vero, parlava con il Crocifisso, ma... aveva i piedi a terra, era una persona che attraverso il sacrificio, la mortificazione aveva costruito in sè la base per l'ascetica.

Francesco non era il classico gigante di argilla di cui parla la Bibbia avente la testa d'oro, il dorso d'argento, le gambe di bronzo, ma... i piedi argilla. I piedi di argilla non ce la fanno a sopportare a lungo il peso che sta sopra loro.

Le persone che vogliono affrontare le esperienze mistiche ma che non hanno una base ascetica, sono persone che alla fine perdono il senno e... sbagliano.

Come si può pretendere di avere esperienze mistiche, cioè sentire la voce del Signore, quando un giorno si ha la "luna" e l'altro no? O quando non si è capaci di perdonare agli altri e si conservano i rancori? O quando ci si "arrabbia" di frequente obbligando gli altri a usare le "pinze" per comunicare con noi?

Può darsi che da principio colui che ha i piedi di argilla abbia avuto qualche esperienza mistica, ma queste non possono continuare a lungo per via del suo carattere....

Francesco non aveva i piedi di argilla perché con il sacrificio e le mortificazioni aveva messo in sè una base su cui Dio, direttamente, poteva costruire attraverso esperienze dirette: il Crocifisso che gli parlava, o interventi indiretti: Dio che si sostituiva a lui presso il Pontefice e a altre persone facendo cose che lui non avrebbe potuto fare direttamente.

Francesco "sotto" la mistica aveva la base dell'ascetica! Questo è l'insegnamento che noi dobbiamo trarre dalla figura di S.Francesco.

E' bello avere le esperienze mistiche, e il Signore che è buono ogni tanto le permette anche a noi, ma per continuare su questa strada dobbiamo affrettarci a mettere in noi la base dell'ascetica, altrimenti finiremo per confonderci e confondere, facendo così più male che bene.

Francesco, è vero, era buono con il lupo, parlava di fratello sole e di sorella luna, ma... metteva al primo posto l'uomo.

Francesco ha parlato con il lupo, ma... ha anche baciato il lebbroso (un suo vecchio compagno) per fargli capire che era ancora suo amico. Prima l'uomo!

In questa giornata dedicata a S.Francesco cerchiamo di togliere in noi un po' di preconcetti, di false immagini arrivando a vivere il "sodo".

Se saremo imitatori di Francesco ci accorgeremo che le cose per le quali soffrivamo e ci infastidivano potranno diventare dolci.

Una Voce ha detto a Francesco (mentre era davanti al Crocifisso): "Vedrai che le cose che prima ti sembravano amare diventeranno dolci; vedrai che le cose davanti a cui fuggivi perché le ritenevi noiose e negative, diventeranno la tua gioia e la tua forza, perché tu avrai delle capacità che gli altri, a causa della loro pigrizia, non potranno avere. Tu sarai strumento nelle Mie mani".