Omelia (08-10-2008)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento a Gal 2,12

Dalla Parola del giorno
"Prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, Cefa prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi."

Come vivere questa Parola?
Un tratto di fragilità colto in colui a cui Gesù aveva affidato il compito di "confermare i fratelli", assicurandogli la sua assistenza: "Ho pregato per te".
Un’ulteriore prova che nessuno è confermato in grazia e che bisogna vigilare continuamente perché l’uomo vecchio tende sempre a far capolino.
Le esigenze della vita cristiana si contrappongono all’andazzo delle masse, oggi come ieri, ed essere ‘segno di contraddizione’ è scomodo. La tentazione di nascondersi dietro modi di fare e di dire che vanno per la maggiore, può insinuarsi spingendo alla simulazione o al silenzio, facilmente interpretato come consenso, condivisione. E il ‘vino delle nozze’ torna ad essere ‘acqua insipida’, il ‘sale’ diviene buono solo per essere calpestato, perché incapace di ridare gusto e senso alla vita.
Un atteggiamento che si vorrebbe minimizzare, si rivela così un vero e proprio tradimento dell’essere cristiano, una contro testimonianza che crea confusione.
Il "guai a me se non evangelizzassi", di Paolo, dovrebbe non lasciarci in pace e spingerci ad uscire allo scoperto, assumendoci in pieno la responsabilità di tenere accesa ed alta la luce da cui noi stessi siamo stati illuminati e che ora è affidata alle nostre mani, perché il mondo creda e credendo si salvi.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, mi lascerò raggiungere dal richiamo di Paolo e mi impegnerò a vivere la mia fede in modo coerente e visibile.

Liberami, Signore, dalla tentazione di simulare posizioni e comportamenti di compiacente acquiescienza all’andazzo comune. Che io sia sale, luce là dove sono chiamato a vivere.

La voce di una testimone di oggi
Dio ci ha fatti alleanza. È per tutti che ciascuno riceve la fede. Una volta che la Parola di Dio è incarnata in noi, non abbiamo il diritto di conservarla per noi: noi apparteniamo, da quel momento, a coloro che l’attendono
Madeleine Delbrêl