Omelia (27-04-2003) |
don Nazareno Galullo (giovani) |
una pace vera! Perdono, per la mancanza di domenica scorsa. Purtroppo la settimana santa mi ha mandato in tilt il cervello. Fuso, proprio fuso! Fuso da centinaia di confessioni....alcune addirittura "last minute". E si sa, il last minute normalmente dovrebbe essere conveniente. E invece...last minute, confessioni di persone che da 8, 10, e anche 20 anni...beh, proprio last minute non si poteva. Eppure, operai dell'ultima ora, pagati come quelli della prima ora! Che strano, ma è così! E mi è saltata la riflessione pasquale! Però siamo ancora nella grande domenica di Pasqua, quella che dura otto giorni...che ci fa dire a noi preti: "andate in pace, alleluia, alleluia"....che alle mie carissime suore fa cantare alle lodi sempre gli stessi salmi tant'è che non sanno più che modi inventarsi di mattina in mattina. Pasqua è voglia di ricominciare. Diciamo anzi che Pasqua è "necessità di cominciare". Gli apostoli, quei fetentoni, saranno tali soltanto dopo la Risurrezione di Gesù. Se pensate a un Pietro...traditore, sarà vero apostolo soltanto dopo la Risurrezione di Gesù, fino a morire lui pure di croce! Gesù, tornando dai suoi dice "pace". Certo, non dice come avrei detto io ai giovani della parrocchia: "Ué, disgraziati, mi avete abbandonato...brutti schifosi...". Gesù dice "pace". È una parola che guarisce. Guarisce dall'amarezza del tradimento e dell'abbandono.. Guarisce dal passato.Guarisce dall'incredulità anche Tommaso. Dal passato dobbiamo guarire un po' tutti: siamo a volte schiavi di un passato turbolento, fatto di peccati indicibili, di situazioni che la coscienza nemmeno sopporta. Gli apostoli, se Gesù non avesse detto "Pace a voi", non avrebbero sopportato il peso della sua morte sulla coscienza. Ecco la guarigione di una parola che "é" ciò che significa. Perché Gesù non è un parolaio, ma quello che dice fa: dice Pace, e te la dona dal di dentro.... Poi c'è il fatto del vedere. Vedere, ovviamente, è la caratteristica più umana della fede: se vedo, credo. Ma è una fede...diciamo...."feduccia". Beati quelli che pur non avendo visto crederanno. Noi siamo in questa linea. Io non l'ho mai visto...e voi? Perciò siamo beati quando crediamo. Ma, vi chiedo: sulla base di che cosa crediamo? Vi do una risposta che a me dà senso: noi crediamo sulla base di una fiducia smisurata nei vangeli, negli evangelisti, negli apostoli, nelle persone che dopo gli apostoli hanno tramandato il tutto. Ma soprattutto, noi ci fidiamo di tanta gente, a partire dagli apostoli e dai loro seguaci, che per questo messaggio ci è morta martire! I MARTIRI sono la nostra fiducia. Garantiscono la nostra fede, così come ne hanno garantito la trasmissione. E ancora oggi, martiri di differenti specie, garantiscono che il messaggio di Gesù non è bugia. La dimostrazione, poi, di quando si è in questa linea, è la fatidica frase che qualcuno vi potrebbe pronunciare: MA CHI TE LO FA FARE? Ogni volta che fate qualcosa per il Signore, e vi viene rivolta questa frase....ALLELUIA, siete nella linea del vangelo e della sua trasmissione. Sì. Perché non è il vedere che dà la fede. Ciaooooo NAZA |