Omelia (06-11-2008)
a cura dei Carmelitani


1) Preghiera

Dio onnipotente e misericordioso,
tu solo puoi dare ai tuoi fedeli
il dono di servirti in modo lodevole e degno;
fa’ che camminiamo senza ostacoli
verso i beni da te promessi.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...



2) Lettura

Dal Vangelo secondo Luca 15,1-10
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro".
Allora egli disse loro questa parabola: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione.
O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte".


3) Riflessione

• Il vangelo di oggi riporta la prima delle tre parabole che hanno in comune la stessa parola. Si tratta di tre cose perdute: la pecora perduta (Lc 15,3-7), la moneta perduta (Lc 15,8-10), il figlio perduto (Lc 15.11-32). Le tre parabole sono dirette ai farisei ed ai dottori della legge che criticavano Gesù (Lc 15,1-3). Cioè sono dirette al fariseo e al dottore della legge che c’è in ognuno di noi.
• Luca 15,1-3: I destinatari delle parabole. Questi tre primi versi descrivono il contesto in cui furono pronunciate le tre parabole: "In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano". Da un lato, si trovavano i pubblicani e i peccatori; dall’altro i farisei e i dottori della legge. Luca dice con un po’ di enfasi: "Tutti i pubblicani e i peccatori si avvicinavano a Gesù per ascoltarlo". Qualcosa di Gesù li attirava. E’ la sua parola che li attira (cf Is 50,4). Vogliono ascoltarlo. Segno questo che non si sentono condannati, bensì accolti da lui. La critica dei farisei e degli scribi è questa: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro!" Nell’invio dei settanta e due discepoli (Lc 10,1-9), Gesù aveva comandato di accogliere gli esclusi, i malati ed i posseduti (Mt 10,8; Lc 10,9) e di riunirli per il banchetto (Lc 10,8).
• Luca 15,4: Parabola della pecora perduta. La parabola della pecora perduta inizia con una domanda: "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?" Prima di dare una risposta, Gesù deve aver guardato chi lo ascoltava per vedere come avrebbero risposto. La domanda è formulata in modo che la risposta non può essere che positiva: "Sì, va dietro la pecora perduta!" E tu, come risponderesti? Lasceresti le novanta nove nel campo per andare dietro l’unica che si è persa? Chi farebbe questo? Probabilmente la maggior parte avrebbe risposto: "Gesù, qui tra noi, nessuno farebbe una cosa così assurda. Dice il proverbio: "Meglio un passero in mano che cento che volano!"
• Luca 15,5-7: Gesù interpreta la parabola della pecorella perduta. Ora, nella parabola il padrone delle pecore fa ciò che nessuno farebbe: lascia tutto e va dietro la pecora perduta. Solo Dio può assumere un tale atteggiamento! Gesù vuole che il fariseo o lo scriba che c’è in noi, ne prenda coscienza. I farisei e gli scribi abbandonavano i peccatori e li escludevano. Loro non sarebbero mai andati dietro la pecora perduta. L’avrebbero lasciata perdere nel deserto. Preferivano le novantanove. Ma Gesù si mette nella pelle della pecora che si è perduta e che, in quel contesto della religione ufficiale, cadrebbe nella disperazione, senza speranza di essere accolta. Gesù fa sapere a loro e a noi: "Se ti senti peccatore, perduto, ricorda che per Dio tu vali più delle altre novanta nove pecore. E nel caso in cui ti converta, sappi che "ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione".
• Luca 15,8-10: Parabola della moneta perduta. La seconda parabola: "O quale donna, se ha dieci dracme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dracma che avevo perduta. Così, vi dico, c’è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte". Dio si rallegra con noi. Gli angeli si rallegrano con noi. La parabola serve per comunicare speranza a chi era minacciato dalla disperazione della religione ufficiale. Questo messaggio evoca ciò che Dio ci dice nel libro del profeta Isaia: "Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani!" (Is 49,16). "Tu sei prezioso ai miei occhi, e io ti amo!" (Is 43,4)


4) Per un confronto personale

• Tu andresti dietro la pecora perduta?
• Pensi che oggi la Chiesa è fedele a questa parabola di Gesù?



5) Preghiera finale

Cercate il Signore e la sua potenza,
cercate sempre il suo volto.
Ricordate le meraviglie che ha compiute,
i suoi prodigi e i giudizi della sua bocca.
(Sal 104)