Omelia (01-11-2008)
don Roberto Seregni
Il sogno più grande di Gesù

Qualche anno fa decisi di fare un percorso di lettura del Vangelo con un gruppo di adolescenti per riscoprire insieme la vera umanità di Gesù. Quasi verso la fine di questi incontri, una ragazza sveglia mi chiese: "Ma don, Gesù sognava come noi?". Devo confessare che la domanda mi colse un po’ impreparato. In tutti i corsi di teologia non si era mai parlato dei sogni di Gesù... Mi venne però spontaneo rispondere che certamente Gesù sognava proprio come noi e che il suo più grande sogno è che tutti gli uomini siano santi!
Oggi, allora, è proprio la festa del sogno di Gesù ed è l’occasione per (ri)scoprire che la santità non è un dono esclusivo ed elitario per i fuori classe della fede, per chi ha dei doni straordinari o per chi ha un DNA preservato dalla contaminazione con il peccato. La santità è la vocazione comune di tutto il popolo di Dio. Sì, non meravigliarti: anche su di te Gesù ha questo desiderio.
Il brano delle Beatitudini che la liturgia di oggi ci propone, ci fa intuire qualcosa in più di questo sogno...
Diciamocelo francamente: per noi chi sono i "beati"? Sono quelli con la macchina sportiva e la casa al mare; sono quelli con un posto di lavoro che conta e un sacco di amici influenti; sono quelle con il marito premuroso e fedele che è pure capace di svuotare la lavatrice e stendere i panni; sono quelli che riescono a fare gli esami in università e intanto trovano pure il tempo per allenarsi a calcio, stare con la morosa, andare al cinema e prendono pure 30. Questi per noi sono i beati!
Ma Gesù – per fortuna! - sembra di un altro parere. I beati sono i poveri in spirito, gli afflitti, gli affamati di giustizia, i perseguitati... E sì, cari amici: questo è il Vangelo! Questa è la buona notizia! Se Gesù avesse detto che beati sono i ricchi, i sani, i belli, i forti,... che novità ci sarebbe stata? Se Gesù avesse detto che i beati sono quelli realizzati, felici e pasciuti,... che carica profetica ci sarebbe stata nelle sue parole?
Le beatitudini di Gesù sono una promessa che si compie nel momento in cui non ti metti a gareggiare con le presunte felicità del mondo, ma scegli il Vangelo e la sua logica.

Tutti ti chiedono di essere aggressivo per scalare le vette della carriera? Costruisci pace.

Sei provocato dalla violenza che ti circonda? Rimani mite.

Ti senti l’unico fesso del pianeta che fa tutte le cose in regola senza evadere da nessuna parte? Cerca la giustizia.

Ti senti guardato come un soprammobile da sacrestia perché vai tutte le domeniche a Messa? Regala un sorriso.

Questa è la santità che Gesù sogna per noi. Una santità che si incarna e si consuma lì dove siamo chiamati a vivere. Mi capita spesso di incontrare persone che vivono continuamente di evasioni: "Se avessi avuto un altro marito, allora sì che avrei potuto impegnarmi di più in questo o in quello...", "Se non avessi la mamma anziana a casa, allora sì che avrei potuto fare tanto volontariato...", "Se avessi avuto altri vicini di casa, allora sì che avrei potuto testimoniare diversamente la mia fede...". La festa di oggi ci ricorda che proprio lì dove viviamo - con quel marito o quella moglie, con quei genitori anziani o giovani, con quei vicini di casa o con qui compagni di scuola o colleghi di lavoro – siamo chiamati a far fiorire la vocazione alla santità che come un seme fecondo è stato piantato nel nostro cuore!


Buona giornata e buon cammino di santità!

Don Roberto
robertoseregni@libero.it