Omelia (04-11-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento a Fil 2,5 Dalla Parola del giorno "Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù." Come vivere questa Parola? Di fronte a frasi del genere si è tentati di accantonarle subito, quasi si trattasse di iperboli da non prendersi alla lettera: chi può mai pensare di raggiungere la statura di Cristo o di diventare perfetti come il Padre? E si finisce col leggerle senza lasciarsene provocare. Invece è proprio qui il cuore della vita cristiana. La nostra vocazione è "vivere Cristo", raggiungere la sua statura. Certo, come corpo mistico, e quindi ciascuno secondo la propria specifica chiamata. Ma la meta resta quella e le esigenze di fondo rimangono invariate: alimentare in noi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il suo rendersi solidale, fratello di ogni uomo, abbracciando la condizione umana fino alle estreme conseguenze, senza cercare ‘esenzioni’ e privilegi, senza vantare diritti e alimentare in sé sentimenti di superiorità. Un atteggiamento di umiltà, quindi, strettamente correlato alla carità e finalizzato alla comunione. E siamo al cuore, non solo dell’essere cristiano, ma dello stesso essere uomo nel senso pieno del termine. Un cammino di progressivo spogliamento da tutte le sovrastrutture dietro cui si nascondo il nostro io più vero, per riscoprire la nostra identità, ritrovare il gusto e il senso dell’andare verso l’altro, non più visto come concorrente, bensì come ‘luogo’ di un reciproco e gioioso completamento. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò al Signore di purificare il mio cuore, liberandolo dalla tentazione di sentirmi superiore agli altri e di strumentalizzarli. La voce del Papa Entrare nei sentimenti di Gesù vuol dire non considerare il potere, la ricchezza, il prestigio come i valori supremi della nostra vita, perché in fondo non rispondono alla più profonda sete del nostro spirito. Benedetto XVI |