Omelia (09-11-2008) |
padre Paul Devreux |
Quest’anno abbiamo la fortuna che, oltre la commemorazione dei cari defunti, si celebra di domenica anche la festa della dedicazione della basilica Lateranense, madre di tutte le chiese. E’ la cattedrale di Roma e del suo vescovo il quale, per questo motivo, è anche Papa, e non viceversa. E’ la madre di tutte le chiese per cui possiamo dire che è la festa della Chiesa in generale. Come chiese intendiamo non gli edifici dove ci raduniamo ma le comunità che in esse si radunano; la chiesa è fatta di persone, non di stanzoni. Gli edifici sono utili per radunare la comunità; inoltre sono immagine di ciò che la comunità e i singoli cristiani sono: Tempio del Signore. Le mura sono il corpo, il tabernacolo e l’altare sono segno della presenza del Signore, la parola sull’ambone è come lo Spirito Santo che ci parla e ci ricorda tutto quello che Gesù ha insegnato. Questo è vero per la comunità che si raduna come per il singolo battezzato. Il fatto che proprio in questa ricorrenza la Chiesa ci proponga il Vangelo che narra la cacciata dei mercanti dal tempio di Gesù che dichiara: distruggete questo tempio ed io lo riedificherò in tre giorni, ci fa capire che d’ora in poi il Tempio è Lui, presenza di Dio in mezzo a noi, e che dobbiamo cercarlo dentro di noi che siamo anche tempio dello Spirito Santo. Ecco perché ognuno di noi è più importante di qualsiasi edificio, e questo lo percepiamo, vero; infatti, nessuno di noi sacrificherebbe la vita per un edificio, mentre per una persona cara o una comunità forse sì. Terminerei dicendo che è bello il fatto che Gesù si arrabbia e caccia i mercanti dal tempio. E’ un sentimento che riscontro in molti nostri contemporanei e soprattutto in chi non frequenta la chiesa, ogni volta che vedo che si scandalizzano davanti al commercio che c’è intorno ai grandi santuari. Segno che l’uomo, anche se si definisce scettico, intuisce che l’amore di Dio è gratuito e che tutto ciò che vuole parlare di Lui per essere ascoltato deve anzitutto essere gratuito. Questo è bello perché è un segno della presenza dello Spirito Santo anche in loro. |