Omelia (09-11-2008) |
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Pietre vive La basilica del Laterano è la cattedrale del vescovo di Roma, che "sovraintende alla carità" (s. Ireneo) di tutte le chiese locali. Da sempre Dio cerca di abitare fra gli uomini, anche se nessuna costruzione materiale può essere veramente la sua dimora. La bibbia esprime questa antinomia dicendo che il tempio di Dio è fatto o non fatto dalla mano dell'uomo. Sono templi costruiti da mani umane i primi santuari in cui la fede ancora incerta dei patriarchi scopre con timore la presenza di Dio; poi la tenda del convegno che freme al vento del deserto, quando al suo interno Mosè dialoga faccia a faccia col Signore; e infine il tempio di Salomone, stabile dimora del Dio degli eserciti in mezzo al suo popolo. Ma egli non risiedeva già nella creazione, che le prime pagine della Genesi descrivono a immagine del tempio di Gerusalemme? Forte delle promesse messianiche, la dinastia di Davide si farà carico non solo della fedeltà dell'alleanza, ma anche della custodia della "casa di Jahvé". Molto presto tuttavia i profeti annunciano che Dio vuole abitare nel cuore di un popolo fedele. Frequentando fedelmente il tempio, Gesù si presenta come un degno continuatore di tutti coloro che hanno amato Dio, camminando verso la sua santa dimora. Ma, ponendosi direttamente sulla linea del profetismo, il suo insegnamento sulla "casa del Padre" prepara anche la trasposizione delle antiche realtà culturali in un ordine nuovo, in cui tutto convergerà sulla sua persona. La morte di Gesù, condannato per un'affermazione sul tempio che il sinedrio giudica blasfema, provoca la lacerazione del velo del santuario. Il corpo glorificato del risorto, la chiesa che si sta costruendo, il credente in cui dimora lo Spirito: è questo, ormai, il vero santuario, di cui l'altro era soltanto una figura. I templi fatti dalla mano dell'uomo sono al servizio del tempio di pietre vive, non fatto dalla mano dell'uomo. |