Omelia (09-11-2008)
Totustuus


Un po' di storia
Quando l'imperatore Costantino si convertì al cristianesimo (312), donò a Papa Milziade il palazzo del Laterano. Verso il 320, vi aggiunse una chiesa, la chiesa del Laterano, la prima, per data e per dignità, di tutte le chiese
d'Occidente. Consacrata da Papa Silvestro il 9 novembre 324, col nome di Basilica del Santo Salvatore, essa fu la prima chiesa in assoluto ad essere pubblicamente consacrata. Nel corso del XII secolo, per via del suo battistero, che è il più antico di Roma, fu dedicata a san Giovanni Battista; da ciò la sua corrente denominazione. Per più di dieci secoli, i Papi ebbero la loro residenza nelle sue vicinanze e fra le sue mura si tennero duecentocinquanta concili, di cui cinque ecumenici. Basilica e cattedrale di Roma - edificio di pietre, costruito per onorare il Salvatore - essa è il primo segno esteriore e sensibile della vittoria della fede cristiana sul paganesimo occidentale, e della testimonianza dei numerosi martiri dei primi secoli. Segno tangibile del tempio spirituale che è il cuore del cristiano, esorta a rendere gloria a Colui che si è fatto carne e che, morto e risorto, vive nell'eternità.
La Basilica Lateranense è la più antica sede del Vescovo di Roma, il luogo dove i cristiani, ormai liberi dalle persecuzioni, si riuniscono attorno al loro Vescovo per adorare il Dio rivelato da Gesù Cristo. L'uomo può adorare Dio in ogni luogo, ma la comunità, sia ebraica che cristiana, si riunisce in un luogo sacro per esprimere unanimemente, con un solo cuore, il suo amore adorante all'unico Dio, che per noi cristiani è Padre, Figlio e Spirito Santo. Prostrati davanti al Signore, insieme gli rendiamo grazie con inni di gioia.

Adorare in spirito e verità
Nel dialogo di Gesù con la donna samaritana, costei pone al Maestro una domanda in quel tempo incalzante: dove si deve adorare Yahweh, il Signore? A Gerusalemme, luogo sacro ai Giudei, o ai piedi del monte Garizim, santuario dei Samaritani? La risposta di Gesù fu alquanto sconcertante per quella donna. "Né al Garizim né a Gerusalemme". "Allora dove?", avrà pensato la samaritana. Ed ecco che Gesù relativizza il "dove", perché "i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità". Il luogo in cui adorare Dio non è tanto importante; ciò che conta è il cuore adorante dell'uomo nei confronti di Dio. "E' giunto il momento". Per Gesù e per noi cristiani inizia una nuova situazione e una nuova mentalità. Dio non può essere "rinchiuso" in un unico luogo sulla terra, come se fosse un essere limitato nello spazio. Dio è presente in ogni angolo della terra, non può essere circoscritto da quattro pareti. Il Dio di Gesù Cristo può essere adorato a Gerusalemme, a Samaria, a Corinto, a Roma, ovunque. La vera adorazione non ha a che vedere con lo spazio esteriore, geografico, ma con lo spazio interiore, quello del cuore. Il re Salomone rese adorazione al nome di Dio a Gerusalemme, nel tempio da lui costruito. La samaritana rese culto a Dio ai piedi del monte Garizim. I cristiani di Roma adorano Dio nella Basilica Lateranense. Ciò che davvero conta è che sia Salomone sia la samaritana, sia il cristiano, adorino il vero e unico Dio con tutto il loro cuore. "Il Padre cerca tali adoratori", dice Gesù. Con queste parole Gesù interiorizza la religione e il vero culto a Dio. Quando ciò che facciamo è genuina espressione esteriore di ciò che coltiviamo nel cuore, allora il nostro culto è perfetto, perché adoriamo in spirito e verità, in anima e corpo.

Per accompagnare la preghiera
Ti ringrazio, Signore, perché mi hai chiamato ad adorarti in spirito e verità. Ti voglio adorare in ogni luogo in cui io mi trovi, ma soprattutto nel luogo della tua dimora; nel tempio sacro dove Tu, Gesù, sei presente e mi aspetti sotto le specie eucaristiche. Con i miei fratelli di fede mi metto in ginocchio di fronte a te, mio creatore, mio redentore, mio Signore.

Per mettere in pratica la Parola
Possiamo dedicare questa settimana un po' di tempo all'adorazione di Cristo nel Sacramento eucaristico.