Omelia (05-10-1997) |
mons. Antonio Riboldi |
Un applauso speciale Dicono i mass media, che la sera di sabato 27 settembre, ben otto milioni di persone in Italia hanno assistito in televisione alla veglia del Congresso Eucaristico di Bologna. Era una veglia speciale fatta per i giovani e dai giovani. Se era per i giovani, non poteva mancare la musica. "Amate ciò che amano i giovani" affermava spesso il Santo Don Bosco. E i giovani amano la musica, anche se non sempre la musica oggi sa amare veramente i giovani. Come a Parigi, in quell'incredibile e indimenticabile evento delle Giornate Mondiali per la gioventù con il Papa, ho voluto essere anch'io a Bologna non solo quella sera. Era impressionante la folla dei giovani che dal primo mattino avevano occupato l'immenso spazio riservato alla veglia ed alla celebrazione, la domenica, dell'Eucarestia. Quando a sera anche noi vescovi ci dirigemmo verso l'anfiteatro, guardavamo attoniti la lunga, interminabile colonna di giovani che si dirigevano all'appuntamento con la musica, più ancora con il Papa e subito dopo con l'adorazione del Santissimo Sacramento. Quelli che se ne intendono, parlano di circa mezzo milione di giovani presenti, così come la mattina dopo per la S. Messa di chiusura del Congresso Eucaristico. La stampa aveva a lungo commentato quella "speciale" veglia, che di solito è fatta di preghiera e meditazione. Avrebbero cantato nomi celebri della musica leggera, come Celentano, Morandi, Bob Dylan, Lucio Dalla ed altri. Faceva freddo quella sera, ma non era fredda la platea giovanile che sa riscaldare questi nostri tempi così pieni di paura e freddo d'anima. Quando il S. Padre fece il suo ingresso, l'aria si riempì di un immenso alleluia come se di colpo si cancellasse il pessimismo del nostro tempo. Guardavo con intensità il S. Padre che avevo di fronte cercando di misurarne tutta la stanchezza e la sofferenza fisica che neppure cerca di nascondere. E più lo guardavo, più spiccava il volto della grande giovinezza della fede che porta con sé: una giovinezza che conquista e trascina in alto il mondo. Ascoltava con la più grande attenzione le canzoni che sfilavano davanti a lui, come a volerne cogliere – e lo dirà – la bellezza dei doni del Signore. Ad un certo punto venne interpellato sulla speranza, che era in una canzone di Bob Dylan "Dove soffia il vento" "Poco fa – disse – un vostro rappresentante ha detto a vostro nome che la risposta alle domande della vita "sta soffiando nel vento". E' vero! Però non nel vento che tutto disperde nei vortici del nulla, ma nel vento che è soffio e voce dello Spirito, voce che chiama e dice: "Vieni!". Mi avete chiesto quante strade deve percorrere un uomo per potersi riconoscere uomo. Vi rispondo: una! Una sola è la strada dell'uomo, e questa è Cristo, che ha detto io sono la vita. Egli è la strada della verità, la via della vita". E qui venne un grande applauso che aveva il sapore dell'AMEN, o del "così è". Il giorno dopo, questo grande applauso si ripeterà quando il S. Padre addita nella Eucarestia, e quindi in Gesù Cristo, il nostro salvatore, ieri, oggi e sempre. Un applauso non più al Santo Padre, ma a Dio stesso. Capita davvero poche volte che l'uomo batta le mani a Dio. E "battere le mani" è segno di gratitudine, di amore, verso Uno che ti ama e si fa vicino. Confesso che tutti fummo percorsi da un brivido di gioia e commozione, come difficilmente si prova nella vita, davanti a quell'irrefrenabile applauso a Dio da parte di tutti. E veniva da sentire profonda tenerezza per quel Papa che davvero si faceva gigante nella fede, come una grande luce che splende sul mondo. Riferiscono i giornali che tutti i cantanti si "sentirono piccoli e commossi" di fronte al S. Padre. Ma credo che tutti, senza vergogna, avevamo le lacrime agli occhi quella sera. E allora le sue parole tornavano dolci anche quando suonavano l'invito alla Croce. "Ai crocicchi in cui si intersecano i tanti sentieri delle nostre giornate, interrogatevi sul valore di verità di ogni vostra scelta. Può succedere, talvolta, che la decisione sia dura e difficile e la tentazione del cedimento si faccia insistente. Capitò anche ai discepoli di Gesù, perché il mondo è pieno di strade comode e invitanti, strade in discesa che si immergono nell'ombra della valle, dove l'orizzonte si fa sempre più ristretto e soffocante. Gesù vi propone una strada in salita, che è fatica percorrere ma che consente all'occhio del cuore di spaziare in orizzonti sempre più vasti. A voi la scelta... Ma lasciate che Cristo, presente nel Sacramento, parli al vostro cuore. E' Lui la vera risposta della vita che cercate". Poi si spensero canti e applausi e scese il silenzio dell'adorazione notturna. Un silenzio di giovani in preghiera che era l'incredibile evento che nessuno ha sottolineato, ma che fa meritare un grande applauso a questi giovani che sanno cantare, ridere e pregare. |