Omelia (25-12-2008)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)


Natale. Un Dio infinito che si fa presente a un Uomo finito. "Dio è con noi, per noi e in noi": questo il messaggio di gioia di un Dio annunciato nel tempo e con il tempo; di un Dio che è meridiana del tempo dell’Umanità e parallelo della nostra Vita.
Un Dio che nascendo come Uomo, ma soprattutto per l’Uomo, si pone come frattura tra l’antica legge formalista incisa nella pietra per un popolo duro di cervice e la nuova legge dell’Amore incisa nel cuore di carne di ogni Uomo nuovo.
Natale, non una parola astratta, ma un evento storico e reale che scuote le fondamenta dei propri comportamenti quotidiani; come un paio di migliaia di anni fa di sicuro avrà scosso intimamente le certezze di Maria all’annuncio che sarebbe diventata "madre" del "Dio con noi".
Maria, pur nella comprensibile iniziale leggera perplessità di come era possibile dato che non conosceva Uomo (Lc 1,34), si fa "ancella", fidandosi non quanto di chi in quel momento le annunciava l’evento straordinario, ma di Colui per il quale "nessuna cosa infatti è impossibile..." (Lc 1,37) e che l’aveva "pre-scelta" tra tutte le donne "perché ha considerato l’umiltà della sua serva..." (Lc 1,48).
Ecco, forse, sta proprio qui il vero Natale: l’accettare, con le nostre piccole umane difficoltà, il messaggio più semplice ma straordinario della vita: l’Amore.
Il Natale, nella sua annunciazione, chiede di fare una scelta, di credere che l’Amore è la forza del cambiamento quotidiano del nostro agire in noi per gli altri, anche quando ne vedremo, ne udremo, ne toccheremo quello per cui abbiamo creduto e operato durante tutta la nostra vita.
In una realtà umana come quella di oggi, in cui il dubbio, l’incertezza, la diffidenza, il relativismo sembrano essere le linee comportamentali portanti, Maria e Giuseppe, ci insegnano ad ascoltare, comprendere, meditare ed agire fidandoci di Colui che, obbediente al Padre fino alla morte e alla morte in croce, si incarna nell’Uomo, condividendo tutta l’umanità dell’uomo tranne che il peccato.
Qualunque sia stata la situazione in cui più di 2000 anni fa nacque Cristo, emerge subito dai racconti evangelici come il primo atteggiamento dei vari soggetti sia stato quello di porsi in ascolto e di dare sostanza all’ascolto con comportamenti pratici, il primo fra tutti quello di "mettersi in cammino: Maria, all’annuncio del messaggero di Dio (Lc 2,26-31), si mette in cammino e va a condividere da Elisabetta la gioia della nascita di Giovanni, il precursore di Gesù; i pastori, in veglia, all’annuncio degli angeli (Lc 2,8-20), si mettono in cammino senza indugio per scoprire la gioia nell’accogliere, in quel "bambino" nella mangiatoia, il Salvatore; i magi, all’annuncio della sua stella in oriente (Mt 2,2), si misero in cammino per prostrarsi con gioia alla regalità di quel bambino annunciato nella Storia e dalla Storia dell’Uomo.
Tutti siano chiamati a metterci in cammino, ognuno nel suo tempo e con i suoi tempi, chiamati a vivere non per se, ma con gli altri e per gli altri, annunciando con il proprio agire, con il proprio comportamento, con il proprio servizio concreto, la testimonianza che il Natale non è un tradizionale spot emozionale - che inizia a novembre e finisce con la befana – ma il Natale è l’Incarnazione e manifestazione di un Dio fattosi carne e venuto ad abitare in mezzo a noi, con noi, per noi...non solo il 25 dicembre, ma ogni giorno, per 365 giorni, per tutti gli anni della nostra vita.

Riflessioni:
- Ogni giorno sono capace di fare piccoli gesti d’Amore (leggasi Carità) come testimonianza di un cambiamento personale?
- Come coppia, come Famiglia cerchiamo di "ascoltare-vedere-agire" accogliendoci nelle nostre difficoltà e diversità con vicendevole condivisione?
- La mia e nostra vita è uno spot emozionale/commerciale o lo stile di Maria, Madre e Sposa mi può impegnare a scegliere uno stile di vita "più umile"?

Commento a cura di Maria Grazia e Claudio Righi responsabili Diocesani del CPM di Pisa.