Omelia (06-01-2009)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)


La festività odierna dell’Epifania è il coronamento del ciclo natalizio che, incominciato con la manifestazione del Figlio di Dio ai giudei, termina con la medesima manifestazione ai pagani. Tutti vedono la stella ma solo in tre si muovono, ne seguono il percorso, domandano per aggiornarsi dove deve nascere il re dei giudei. Dio si rivela a tutti, si rivela ai pastori attraverso la mangiatoia, ai magi venuti da oriente attraverso una stella, alle autorità religiose ( sommi sacerdoti e scribi del popolo) attraverso la Scrittura, alle autorità civili (Erode) attraverso te saggi venuti da lontano. Celebrare questa festa significa credere che è possibile edificare, con l’aiuto di Dio, un mondo più giusto seguendo la piccola stella che hanno seguito i magi.

Rallegrati figlia di Sion
(Is 60, 1-6).

Di che cosa la figlia di Sion, la Chiesa, deve rallegrarsi? Forse dell’infedeltà di tanti suoi figli, così detti vicini ma anche di quelli lontani che, secondo l’oracolo, dovrebbero ritornare e riempirla di gioia. Le nazioni comminano verso la luce crescente della ragione, ma vanno in direzione opposta. Forse il compito che Le spetta è quello di essere insignificante ma indispensabile come il bambino che giace nella mangiatoia e che accende la flebile luce della speranza che alla fine ci salverà.

Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra
(Sl 71, 1-2, 7-8, 10-13).

Questo salmo profetico assume pienezza storica nella veridicità messianica di Cristo. Il salmo va vissuto nella profondità dell’io, incominciando da me. Quando questo accadrà, tutti i popoli della terra adoreranno il Signore.

Il progetto di Dio
(Ef 3,2-3.5-6).

Difficilmente l’uomo da solo riuscirà a diventare una sola nazione in cui tutti saranno uguali. Questa apparente utopia può essere realizzata mettendoci alla sequela di Cristo Gesù. Solo Lui realizza e conosce in profondità il disegno nascosto di Dio: fare dell’umanità un solo corpo che, comprenda anche i Gentili, per mezzo del vangelo, come è stato rivelato a Paolo.

Siamo venuti dall’oriente per adorare il re
(Mt 2,1-12).

L’oriente per il popolo eletto, ma anche per noi, è la terra degli infedeli, dei nemici del popolo e di Dio. Dall’oriente ci attendiamo poco e quel poco non è conforme al nostro pensiero, eppure dall’oriente, dai lontani, ci giunge qualcosa di molto importante per noi che ci gloriamo di essere i vicini: ci giunge la speranza che, sembra essere emigrata lontano da noi. La speranza di cui parlo, rivelata da Cristo, deve risiedere nei nostri cuori e nella nostra mente.
Noi possiamo vivere l’avventura dei magi se avremo la forza di volontà, rischiando, di metterci in cammino, sfidando lo scherno degli stolti, sino a che incontreremo Cristo, non dove vorremo trovarlo, ma dove Egli è veramente.

REVISIONE DI VITA

• Accettiamo di buon grado il parere contrario del nostro coniuge oppure cerchiamo, intestardendoci, di aver ragione a tutti i costi?
• Siamo capaci di riconoscere i nostri torti, anche se questo ci fa sentire molto piccoli e stupidi?

Commento a cura di Marinella ed Efisio Murgia del CPM di Cagliari