Omelia (02-12-2008)
Casa di Preghiera San Biagio FMA
Commento a Lc 10,21

Dalla Parola del giorno
"Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli".

Come vivere questa Parola?
Il riconoscimento delle proprie paralisi spirituali va di pari passo con l’umiltà di chi nutre la consapevolezza del proprio limite, di chi scopre e accetta di essere ‘piccolo’ davanti a Dio.
Vivere l’avvento è porsi dinanzi al mistero, inconcepibile per la superbia umana, di un Dio che riveste la fragile carne e si consegna a noi nel segno della debolezza: un bimbo bisognoso di tutto! Lasciamo da parte la poesia che edulcora l’evento svuotandolo della sua forza d’urto.
Sì, Dio, l’Onnipotente, l’Indicibile, il Totalmente Altro, viene a sfidare la nostra presunzione: chi sei tu uomo che ti fai uguale a Dio, finendo col calpestare la stessa dignità e grandezza che ti segna quale sua immagine?
Avvento è invito a lasciar cadere gli appannaggi di cui ci siamo rivestiti e che ci nascondono ai nostri stessi occhi. Un invito a ‘fare la verità’ in noi. Allora non ci metterà più a disagio fissare quel Bimbo e pronunciarne il nome: Dio. Non ci sarà più bisogno di ricorrere a mille espedienti per minimizzarne la portata, riducendo, in fondo, l’evento a una festa per bambini.
Rivestiamo pure di luce le nostre case e le nostre città, ma soprattutto rendiamo trasparente la nostra vita così che quella, luce che Egli è venuto ad accendere in noi, illumini e riscaldi l’ambiente in cui viviamo.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò in silenzio adorante dinanzi a un mistero che mi disturba, perché urta con la mia superbia. Dio si fa impotenza perché io lasci franare il podio della superbia. Ne individuerò le manifestazioni e prenderò l’impegno di lavorarmi seriamente per rimuoverlo

Signore Gesù, che hai detto di rivelarti ai piccoli e ai semplici, liberami dalle complicazioni della superbia perché possa accogliere la tua luce e irradiarla intorno a me.

La voce di un certosino
L’umiltà è la passione di lodare Dio, dimenticando completamente noi stessi, affinché nessuna ricerca di amor proprio venga a detrarre l’omaggio dovuto a "Colui che è" [...]. Il dono ricevuto dall’alto deve ritornare come incenso verso Colui dal quale emana: l’umiltà non vuole trattenere nulla.
Louis M. Baudin