Omelia (08-12-2008)
don Roberto Seregni
Piena di grazia

Mi sembra di vederla. Lei, Maria, la ragazza di Nazareth scelta dall’eternità per dare carne al Figlio di Dio. Lei, Maria, con ancora nelle orecchie la voce leggera dell’angelo e nello stomaco tutta la paura, la gioia, la confusione per quell’annuncio senza precedenti nella storia dell’umanità.
Maria l’ha scoperto sulla sua pelle: le chiamate di Dio non prevedono addestramento. Esigono lo sbaraglio.
Leggo e rileggo il brano dell’Annunciazione che la liturgia ci regala oggi. Al centro di tutto c’è la gratuità di Dio. Se Maria può accogliere il compito d’essere la madre del Messia, non è certo per meriti acquisiti sul campo di battaglia. L’angelo la saluta come "piena di grazia" e non come "piena di meriti". Al centro c’è la il gratis di Dio nel quale "tutto è possibile".
Anche in noi opera questa grazia che trasforma tutto ciò che tocca. Anche in noi è possibile questo miracolo se lasciamo aperta la porta, o almeno socchiusa; se ci decidiamo – finalmente! – a non considerare le chiamate di Dio esclusivamente come un premio per le nostre capacità e i nostri meriti, ma come un appello ad aprirsi alla Sua imprevedibile e misteriosa novità. Quindi: se sei convinto di essere pieno di meriti, rilassati un po’; se invece ti senti uno straccio da buttare, tirati su e lasciati raggiungere e amare.
Mi piace questa sosta in compagnia di Maria all’inizio del percorso dell’Avvento. Lei, piena di grazia, ci ricorda che davanti a Dio non dobbiamo essere i migliori, gli splendidi, i primi della classe. Che almeno davanti a Lui non contano né le carte di credito, né i titoli di studio o gli amici influenti. Davanti a Lui possiamo liberarci della nostra ansia da prestazione.
Davanti a Dio ci possiamo presentare nudi, con tutte le nostre paure e le nostre fatiche, con tutte le nostre imperfezioni e le nostre fragilità.
Davanti a Dio ci possiamo presentare a mani vuote.
A riempirle ci penserà Lui.


Buona festa dell’Immacolata

don Roberto
robertoseregni@libero.it