Omelia (04-05-2003) |
don Nazareno Galullo (giovani) |
Testimoni: per caso o per scelta? Ciao, oggi vorrei parlarvi anch'io della testimonianza. Noi siamo i testimoni di che cosa? Se gli apostoli sono stati testimoni di Gesù, se lo hanno visto morire e risorgere, io mi chiedo, ma di chi sono testimone? Effettivamente è così: io non sono un testimone diretto di Gesù. Io ne parlo indirettamente. Ma, leggendo il vangelo di oggi capisco che anche io posso essere testimone. Seguitemi un po' nel ragionamento che vorrei fare (spero di riuscire a farmi capire). Ci siete? Okay. Allora, Pietro e gli altri apostoli sono invitati ad essere testimoni del "patire" di Cristo e del suo "risorgere". In realtà essi sono testimoni anche del loro peccato, dei loro tradimenti. Essere testimoni non vuol quindi dire: IO SONO BRAVO, IO HO CONOSCIUTO CRISTO E TE LO TESTIMONIO! No! Vuol dire anche e soprattutto mettersi di fronte alle proprie responsabilità, al proprio peccato e dire: io, quello che ha tradito Gesù, ti testimonio la sua morte e risurrezione, la sua figliolanza divina ecc... Per dire questo, è necessario cambiare vita. Sono riuscito a farmi capire? Non lo so, ho dentro tanto da donarvi, riesco a malapena ad esprimerlo! Ve lo dico in dialetto: non si può testimoniare se non a partire dal proprio vissuto. Noi non saremo mai testimoni se siamo soltanto dei ripetitori di cose che altri ci hanno detto. INSOMMA, per farla corta e breve: NON SI TESTIMONIA INSEGNANDO FATTI E PARABOLE! SI TESTIMONIA CON TUTTA LA VITA. Io non sarò mai un testimone di Cristo se, come prete, sarò soltanto un ripetitore di insegnamenti ricevuti, di teologia appresa nei miei studi! Un catechista non sarà mai testimone di Cristo soltanto perché insegna il catechismo ai ragazzi o ai giovani. Una mamma non sarà mai testimone di Cristo se insegnerà soltanto una bella storia di Gesù. Quello dell'insegnare la "storia" di Gesù, da molti è ritenuta testimonianza. Non ci credo. Fateli venire da me! Io ho visto con i miei occhi catechisti, responsabili di gruppi parrocchiali, preti... ed anche me stesso "raccontare belle storie" e testimoniare poco o per niente il Cristo. Sì, perché la testimonianza si fa con i fatti, più che con le parole. Quando alcuni vi faranno credere di essere "cattolicissimi" soltanto perché vanno a Messa tutti i giorni o perché bazzicano in parrocchia... non credetegli. Credete piuttosto al loro modo di vivere, alla loro carità nel parlare, alla capacità di saper stare con tutti senza giudicare, all'onestà di un servizio parrocchiale senza perfezionismi e senza esclusioni degli altri! NOI CRISTIANI SPESSO DIAMO CONTROTESTIMONIANZE! In questa parola "cristiani" ci metto tutti: preti, laici, vescovi, famiglie! Spesso siamo dei controtestimoni, un po' come Pietro che dice alla serva del sommo sacerdote: NON LO CONOSCO! Anzi, noi sapete come facciamo? È come se con la nostra vita dicessimo così: sono cristiano, conosco il Cristo, te lo insegno... ma non mi chiedere di vivere appieno il vangelo! Ecco la controtestimonianza. Spesso, a scuola, i giovani restano scandalizzati di tante cose che noi Chiesa diciamo e non facciamo! Credo sia un buon punto per fare un esame di coscienza... perché convertendoci non risultiamo anche noi nel numero dei "sepolcri imbiancati". E, vi assicuro, che tanti sepolcri sono tali... anche se apparentemente sono "PULITI"! Ciao. Naza |