Omelia (08-12-2008) |
padre Antonio Rungi |
Noi che siamo devoti di Maria Oggi tutto canta le lodi di Maria, dal colore bianco che la liturgia adotta per celebrare la solennità dell’Immacolata, al colore celeste che ci rimanda al cielo, ove Maria vive per sempre nella gloria del Paradiso. La solennità dell’Immacolata è un forte appello al recupero della dignità di ogni persona umana, dal concepimento al suo naturale termine. Una persona fatta ad immagine e somiglianza di Dio, anche se fragile e debole per le conseguenze del peccato d’origine, rimosso dal sacramento del battesimo, ma che comunque condiziona la nostra vita di relazione con Dio e con i fratelli. Noi che siamo devoti della Vergine Santissima non possiamo che gioire in questo giorno di festa, che la Chiesa ufficialmente celebra da poco, rispetto ai suoi duemila anni di storia, ma che in realtà la comunità cristiana celebrava già in modo ufficioso, pensando e guardando a Maria come Madre di Dio e Madre del Salvatore. Nell’Annunciazione, Maria viene chiamata dall’angelo "la piena di grazia". Chi è piena di grazia se non chi non ha colpa alcuna o macchia di peccato di ogni genere? Maria è tutto questo. Il singolare privilegio avuto da Dio in vista dei meriti della redenzione operata da Cristo è l’unica eccezione. Preservata da peccato originale, questa giovane donna israelitica ha vissuto la sua vita terrena nella perfetta comunione con Dio, senza alcun ombra di peccato in Lei. La tutta pura, la tutta santa, la tutta bella è solo Lei, tra i nati di donna. Rivolgerci a Lei è rivolgerci a Colei che Gesù stesso ha scelto e ha indicato come Madre nostra e come corredentrice, come Madre di bontà e misericordia. Quando nel 1854 Pio IX proclamò il dogma dell’Immacolata non fece altro che prendere atto della grande dignità di Maria nel piano della salvezza e della redenzione del genere umano. Quando nel 1958, la Madonna apparve alla grotta di Massabielle a Lourdes a Bernadetta Soubirous non fece altro che confermare la verità di fede proclamata dal Vicario di Cristo e successore di Pietro, il Sommo Pontefice, qualche anno addietro: "Io sono l’Immacolata Concezione". Nel nome di Maria Immacolata da allora in poi sono nate, nel mondo tante iniziative e attività finalizzate alla difesa e promozione della vita umana, della sacralità della persona, della difesa del pudore, della lotta contro ogni forma di violenza, ingiustizia e sopraffazione soprattutto nei confronti della donna. Perciò la solennità dell’Immacolata va oltre i confini della festa religiosa e si colloca all’interno di un processo culturale e morale, sociale e politico che va a recuperare dignità a tutti quelli che offesi ed umiliati in ogni angolo di questa nostra afflitta ed amareggiata terra e valle di lacrime. In questa ottica comprendiamo esattamente quello che scrive l’apostolo Paolo nel brano della lettera agli Efesini che ascoltiamo oggi come testo della seconda lettura della solennità dell’Immacolata. Noi siamo chiamati alla santità, alla purezza e modello di questo nostro itinerario di perfezione nella carità è la Vergine Immacolata, la vergine della storia, della concretezza dell’esistenza, la madre premurosa, la donna attenta ed operosa, la sposa casta e timorata di Dio, la donna saggia e operatrice di pace, la donna caritatevole e generosa aperta con il suo purissimo cuore a tutte le istanze dei fratelli affamati, assetati, desiderosi non solo dei beni essenziali della terra, ma del Bene per eccellenza che è Dio. Per realizzare questo modello di vita umana e cristiana abbiamo l’urgenza di lottare con maggior forza interiore, che solo la grazia di Dio può donarci, contro le forze del male che si annidano nel cuore dell’uomo e nella storia e negli avvenimenti di questi nostri tempi. Questo tempo è segnato da troppe immoralità, da troppe oscure prospettive di vero benessere e pace. Contro una concezione di morte che prevale su quella della vita, di edonismo e materialismo, deve riemergere dalle ceneri di un’umanità senza bussola ed orientamento, la luce che viene dalla Madonna, quale donna solare, donna senza peccato e macchia, donna forte e coraggiosa, donna piena di fede, speranza a carità nel Signore. Tutto sarà possibile con Maria e con il suo aiuto materno che ci fa uscire dalle secche e dai vari arenamenti che si registrano nella nostra vita personale e collettiva. I dubbi e le incertezze di Maria nell’Annunciazione, di cui ci ricorda il testo del vangelo di oggi, vengono superarti con il totale abbandono alla parola di Dio, con il recupero della piena fiducia in Dio, in quanto a Lui nulla è impossibile. Chiediamo a Maria, in questo giorno solennissimo dell’immacolato suo concepimento, di ritrovare la bussola e l’orientamento per ripetere il nostro sì continuamente a Dio e metterci davvero e totalmente nelle sue mani, perché noi siamo opera delle sue mani e gioia del suo cuore di Padre. Maria ci conduca a Cristo, perché da Cristo, unico salvatore, redentore e mediatore possiamo attingere la forza necessaria di quella grazia santificante che ci liberi da ogni tentazione, da ogni male e da ogni peccato che mina la nostra anima e la nostra salvezza eterna. Il Signore ci conceda, per intercessione della Vergine Immacolata, di andare incontro a Lui in santità e purezza di spirito. Maria sia sempre la nostra avvocata e modello di santità a livello personale, familiare, umano, sociale, comunitario. |