Omelia (13-07-1997) |
mons. Antonio Riboldi |
Riposatevi un po' L'estate, soprattutto i mesi di Luglio e di Agosto, sono il "sogno di un poco di riposo" da parte di tutti. Lo augurava anche il S. Padre Domenica 6 di questo mese, affacciandosi alla famosa finestra "del saluto domenicale". E lui davvero, per la grande mola di responsabilità e di lavoro cui si sobbarca in modo che ha del miracoloso, nonostante la sua età e "le operazione subite", ha tutte le ragioni di sognare un poco di riposo. Ed ora riposa nella Valle d'Aosta. forse per le condizioni fisiche non buone, non può gustare nelle passeggiate, la grande felicità ed il grande sollievo che da la montagna. Il Vangelo di oggi sembra proprio sullo stile degli auguri del Papa per le buone vacanze, o almeno per un sereno riposo, per tutti: riposo fisico e forse più ancora quello spirituale. Perché davvero non so chi dei due, se il corpo, o la nostra anima ha bisogno di ritrovare salute ed energie. Racconta il Vangelo: "gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto ed insegnato. Ed Egli disse loro: "Venite in dispare, in un luogo solitario, e riposatevi un po'". Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. "Allora partirono verso un luogo solitario, in disparte" (Mc.6,30-34) Si rivela nella parola di Gesù, la grande delicatezza di Gesù che comprende la nostra debolezza, la nostra fatica, il nostro bisogno di tirare il fiato, "di staccare un momento la spina" per tornare alle occupazioni più in forza. Abbiamo perso la calma che avevano i nostri vecchi che pure conoscevano la fatica della vita in modo più rilevante. Pensiamo solo alla fatica della mamma senza tutte le attrezzature tecniche della cucina di oggi: o alla fatica dell'agricoltore o dell'operaio di un tempo, anche qui senza i progressi della tecnica,. La vita è sempre stata e sarà sempre una dura fatica per tutti: "croce", la definisce Gesù; ma questa fatica p croce non toglie la serenità del cuore quando in questo c'è una grande fede e quando questa fede ci fa vedere vicino Gesù e con Lui si conoscono e vivono i valori fondamentali che sono davvero l'anima di ogni vita. Oggi abbiamo "banalizzato" il cuore della vita, rincorrendo le stupide banalità della modo, del mondo, del monto. Basta pensare come questi tempi di riposo al mare o in montagna vengono preceduti da un vero bombardamento della pubblicità che inculca mille ricette per la cura del corpo, i cibi, la salute, i piaceri, inducendo "con sottile astuzia", a programmare tante trasgressioni proprio dei valori fondamentali. E tutto questo non è assolutamente riposo. Riempie solo di preoccupazioni che aumentano la fatica della vita. Mi piace chiedere al Vangelo, a Gesù, cosa intenda "per riposo nella amicizia": quella stessa amicizia che fa parte della vita nei luoghi di vacanza. "Mentre era in cammino con i suoi discepoli, Gesù entrò in un villaggio e una donna che si chiamava Marta, Lo ospitò in casa sua. Marta si mise subito a preparare per loro ed era molto affaccendata. Sua sorella invece, che si chiamava Maria, si era seduta ai piedi di Gesù e stava ad ascoltare quello che diceva. Allora Marta si fece avanti e disse: "Signore, non vedi che mia sorella mi ha lasciata sola a servirti? Dille di aiutarmi." Ma il Signore le rispose: "Marta, Marta tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose! Una cosa sola è necessaria. Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via". (Lc.10,38-41) Bisognerebbe avere la capacità di "lasciare a casa, andando in riposo, tutte le preoccupazioni, non caricarsene di altre inutili, e fare spazio alla tranquillità che hanno tutte le persone che pongono tanta fiducia in Chi, Dio, ha veramente nelle mani e nel cuore la nostra vita. E la "cura di Dio", stiamocene certi, vale più delle nostre preoccupazioni che è solo un agitarsi: un agitarsi che il più delle volte è battere l'aria e svuota il cuore". Anch'io andrò in vacanza. A me piace tanto la montagna, l'alta montagna, dove non arriva il chiasso dell'uomo e respiri quasi il respiro di Dio, che a volte si manifesta nella bellezza gioiosa della natura. E' sicuramente grande fatica a volte arrampicarsi: ma il silenzio, l'intravedere quasi di Dio che ama e Lo manifesta nelle tante bellezze della natura, toglie la triste ruggine che la ferialità della vita fa crescere nell'anima. E il cuore torna a respirare. Ritrova la pienezza di gioia di pregare, la nostalgia di tanta bontà, la voglia di abbracciare la croce quotidiana. E davvero abbiamo bisogno di ritrovare la serenità. Tutti. Ed allora dico a voi quello che Gesù disse ai Suoi: "Venite in dispare con Me, in un luogo solitario e riposatevi un po'". |