Omelia (19-12-2008) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento a Lc 1,13 Dalla Parola del giorno "Ma l’angelo gli disse: "Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni." Come vivere questa Parola? Il tempo dell’Avvento è la patria degli angeli. Anche a Zaccaria, sposo di Elisabetta e ormai anziano, si presenta l’arcangelo Gabriele e gli profetizza la nascita del figlio, Giovanni Battista, il precursore di Gesù. Luca colloca storicamente quest’uomo, che è sacerdote, al tempo di Erode quando gli tocca per sorte, "secondo l’usanza, di entrare nel tempio per fare l’offerta dell’incenso". Mentre l’assemblea, radunata fuori dal sancta sanctorum, prega, un angelo gli appare e gli parla. Egli è preso da timore, ma il messaggero celeste lo rassicura "Non temere". Le stesse parole che Gabriele rivolgerà alla Vergine Maria. Ma diversa è la reazione dei due di fronte all’annuncio di una maternità impossibile. Zaccaria è anziano e sua moglie "avanzata negli anni". Ormai non aspettano altro che la conclusione della loro vita, una conclusione scontata e rassegnata. Non hanno più speranza di fecondità, non possono credere alla continuità della loro vita in un erede. Questo dubbio rende muto Zaccaria, che non riacquisterà la parola fino al momento dell’imposizione del nome al figlio. Anche noi, a volte, ragioniamo secondo la logica umana e cancelliamo la speranza. Per questo non abbiamo più voce per narrare le meraviglie del Signore. La misericordia divina si scontra con la nostra poca fede. Eppure le maternità impossibili che il Vangelo ci narra dovrebbero servirci da lezione. Anche la nostra sterilità nella vita cristiana può essere vinta da un supplemento di amore e di fiducia. Possiamo generare ancora persone ed eventi, possiamo concepire figli e figlie per il Regno. Oggi, pregherò così: Signore, Dio nostro, noi non abbiamo angeli che ci appaiono per rivelarci chiaramente le tue vie. Tu che hai fatto partorire colei che era sterile, fa’ nascere in noi quella forza d’amore che ci permetterà di riconoscere la tua volontà su ciascuna delle nostre esistenze. Le parole di un sacerdote scienziato Ciò che veramente conta è aderire all’azione divina, rintracciata ovunque, e tanto più degna di adorazione quanto più il nostro destino è sottratto alla nostra previsione e al nostro controllo P. Teilhard de Chardin |