Omelia (25-12-2008) |
don Roberto Rossi |
Commento Luca 2,1-14 Natale è la festa cristiana della gioia. In esso la liturgia vede realizzata l'antica profezia di Isaia: «Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia..., perché un bimbo è nato per noi, ci è stato dato un figlio!»(Is 9,2.5). Ogni anno, nella Messa di mezzanotte, riascoltiamo l'annuncio dell'angelo ai pastori: «Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore». Il papa san Leone Magno spiega il perché e la perenne attualità di questa gioia: «Il nostro Salvatore, oggi è nato: rallegriamoci! Non c'è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita... Nessuno è escluso da questa felicità... Esulti il santo, perché si avvicina al premio: gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita» Un motivo di tristezza, a dir vero, a Natale c'è: è di vedere scomparire certe volte da esso proprio la gioia. Soprattutto la gioia dei bambini che ne era la manifestazione più bella. Il Bambino Gesù è assurdamente sostituito da Babbo Natale, ma un Natale senza Gesù Bambino è niente; è una festa senza il festeggiato. Anche in paesi di antica tradizione cristiana il Natale rischia di diventare una festa invernale. Occorre contrastare questa tendenza e aiutarci tra noi credenti a ritrovare i motivi veri e profondi della gioia natalizia insieme con la capacità di stupirsi sempre di nuovo davanti al presepio. Nel mondo di oggi abbiamo un motivo in più per valorizzare la festa di Natale ed è la necessità in cui ci troviamo di favorire il dialogo tra le religioni, in modo particolare tra cristiani e musulmani, mettendo in luce ciò che unisce e non solo ciò che divide. Il Natale è uno dei punti di incontro più significativi tra le due fedi. Si tenta di giustificare la campagna, in atto in vari paesi e città d'Europa, contro i simboli religiosi del Natale, adducendo come motivo la volontà di non offendere le persone di altre religioni che sono tra noi, specie i musulmani. Ma è un pretesto, una scusa. In realtà è un certo mondo laicista che non vuole questi simboli, non i musulmani. Essi non hanno nulla contro il Natale cristiano, anzi lo onorano. Nel Corano c'è una Sura piena di delicatezza e di poesia dedicata alla nascita di Gesù e ispirata al vangelo di Luca; a causa di essa alcuni musulmani celebrano la nascita di Gesù e arrivano a dire che «non è musulmano chi non crede nella nascita miracolosa di Gesù». Ogni anno nella messa di mezzanotte riascoltiamo l'annuncio dell'Angelo ai pastori: Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato un Salvatore. L'invito dell'angelo riguarda ora riguarda noi: ogni volta che accogliamo Gesù si può tornare alla gioia. Papa Benedetto ripete spesso: "La gioia ha un nome ed un volto: Gesù di Nazaret", la gioia non è un sentimento, ma una Persona. Il Natale sia soprattutto accogliere il Signore Gesù, sentire, gustare, vivere la sua presenza (l'Altissimo è venuto a abitare in mezzo a noi); proviamo a restare qualche istante a percepire e sperimentare l'amore di Gesù: Gesù è venuto in questo mondo per me, mi ha amato e ha pensato a me, ha voluto affrontare con amore e fiducia tutta la sua missione, per me.... Sentire l'amore di Gesù è gioia vera. E allora anche noi possiamo amarlo: stabilire un rapporto personale di fede, di preghiera, di amore, e in questo troveremo una intensa gioia del cuore. Proviamo a ricercare nella nostra coscienza: come poso amarti Gesù?, Come voglio coltivare la fede, la preghiera, il dialogo e la vita insieme: Tu sei con me, io con te. Vivo con te e per te: in te trovo il significato e il valore di ogni azione.... Gesù ha vissuto la gioia piena, Gesù ci vuole felici, lui ci ha insegnato e ci insegna la strada della gioia. "Sono venuto perché abbiate la gioia e la vostra gioia sia piena". "Amatevi come Io vi ho amati". La gioia si ha nella misura in cui la si porta e la si dona agli altri. In maniera sovrabbondante: hai moltiplicato la gioia! Ce lo testimoniano tante persone che hanno compiuto opere grandi e belle, ma anche tante persone che noi stessi conosciamo nella loro vita semplice e ordinaria. In questi giorni un bambino mi colmava di baci.... Varie persone anziane o malate: "il fatto che mi è venuto a trovare è il regalo più bello che poteva farmi". Un giovane papà con due bambini... aveva discusso... è tornato a casa, ha riabbracciato la moglie... "ma io sono innamorato di te, e guarda che doni di Dio sono questi bambini"! Ho visto dei giovani fare cose belle e meravigliosi atti di amore per la gioia degli altri: un gruppo di ragazzi della parrocchia visita agli anziani. Questi bambini che hanno offerto gioia a tutti noi con il presepio vivente... Ora ciascuno di noi si domandi: come posso dare gioia a tante persone che aspettano: marito, moglie, figli, genitori, parenti, amici, anziani, malati, poveri, bambini bisognosi di affetto...? |