Omelia (25-01-2009)
CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)


Anche le letture di questa domenica sono legate alla chiamata personale che il Signore fa ad ognuno di noi.
Nella prima lettura il protagonista della chiamata è Giona e, per sua intercessione, tutta la popolazione di Ninive. L’insegnamento è chiaro: la parola del Signore va seguita subito, senza incertezze, senza "ma" e senza "se". Così ha fatto Giona e per questo è risultato credibile agli abitanti di Ninive che, per parte loro, hanno immediatamente accettato il messaggio e con il loro comportamento si sono salvati.
I tempi del Signore non sono i nostri tempi. Noi mettiamo di mezzo sempre delle indecisioni, delle condizioni, tante incertezze. Paolo ci ricorda che i tempi sono stretti e dobbiamo abbandonare ogni legame con questo mondo per seguire la Parola di Dio.
E’ un richiamo forte, ad abbandonare, o quanto meno passare in secondo piano, tutte le cose della vita, positive o negative che siano.
Quanto è difficile seguire questo insegnamento! Quanto siamo legati alle cose terrene e quante volte ci siamo interrogati sulle reali priorità delle nostre scelte di vita.
Eppure la logica della ragione, oltre che la fede, ci viene in soccorso. Se la Parola di Gesù è verità (non abbiamo dubbi, almeno in questa sede) quale bene terreno può avere precedenza sul seguire Gesù? Perché ci costa così fatica abbandonare un benessere caduco (e ben sappiamo quanto lo sia...) per una certezza eterna?
Eppure c’è chi ha accettato, diremmo a occhi chiusi, la parola di Gesù, come ci testimonia il Vangelo di oggi. Simone, Andrea, Giacomo, Giovanni hanno seguito senza esitazioni una persona di cui forse conoscevano appena le idee e le proposte. Gesù non aveva ancora fatto miracoli, non era ancora risorto, ma loro hanno abbandonato tutto e lo hanno seguito.
Lo hanno seguito come uomini, con i loro dubbi, con le loro incertezze, con le loro debolezze, ma hanno creduto, si sono fidati. Dopo ogni caduta si sono rialzati.
E noi? Noi che conosciamo i miracoli di Gesù, che abbiamo avuto le testimonianze dei discepoli, noi che lo conosciamo come il Risorto? Perché non ce la facciamo?
Ci viene da mettere in evidenza un particolare della lettura del Vangelo di oggi che ci pare significativo e che acquista particolare rilevanza se lo leggiamo in chiave di coppia, di famiglia.
Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni: coppie di discepoli, che si sostengono a vicenda. E come non ricordare che Gesù li ha mandati nel mondo due a due. Da soli non riusciamo a fare nulla.
Dobbiamo anche nel seguire Gesù fare forza sulla nostra coppia, cercare la fede in famiglia, per non sentirci soli, per cercare la forza di dire di si a Gesù con il conforto e l’aiuto del coniuge e di familiari e amici.
Se viviamo in un mondo che critica le nostre scelte di fede come sciocche, fuori moda, poco intelligenti come potremo seguire Gesù da soli, senza l’aiuto dei fratelli e dei familiari in primo piano?
Seguire Gesù è un percorso di coppia, di famiglia, di comunità. E’ un vedere Gesù negli altri, nella moglie, nel marito, è un camminare insieme.
Non è un dono che viene dall’alto, deve essere una nostra decisione, una nostra scelta: di coppia.

Per la revisione di vita:

- Quando come coppia abbiamo scelto di seguire Gesù?
- Come ci aiutiamo reciprocamente a mettere Gesù al primo posto nelle nostre scelte di vita?
- Quanto riusciamo a mettere in secondo piano i beni e le attività terrene?

Commento a cura di Riccardo e Gloria Revello del CPM di Genova