Omelia (01-01-2009)
Agenzia SIR


Inizia l'anno e, per grazia, siamo subito raggiunti da un augurio e da una benedizione: "Ti benedica il Signore e ti protegga... Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace". Sì, il Signore ci conceda la pace per intercessione di Maria che oggi celebriamo come Madre di Dio. "Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta" (Così recita la preghiera mariana forse più antica, III secolo).
Oggi è la festa solenne di Maria Ss.ma Madre di Dio. Nella seconda lettura abbiamo ascoltato: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò suo figlio, nato da donna" (Gal 4,4). La Chiesa ci invita oggi a rivolgere l'attenzione a questa donna, serva e madre del Signore, "umile ed alta più che creatura".
Maria è madre di Dio perché con la sua fede e con il suo grembo ha accolto e generato una persona che è Dio, Dio vero da Dio vero, il figlio eterno di Dio Padre fatto uomo nel tempo. Sommamente vicina a Dio e, nello stesso tempo, una di noi. In quanto madre di Dio, Maria è costantemente rivolta al Figlio con lo sguardo, il pensiero, il cuore e tutta se stessa. Ha contemplato Gesù fin dalla sua nascita, con stupore e adorazione. Vien da chiedere alla Madre che ci insegni a stare con Gesù, che ci comunichi una scintilla del suo atteggiamento di adorazione e insieme di indicibile tenerezza.

La devozione a Maria conduce a Cristo, fa entrare in comunione sempre più profonda con le persone divine. La devozione mariana costituisce una dimensione essenziale della vita cristiana ed è, innanzitutto, una spiritualità di pace. Il tema della pace sia una costante nel nostro dialogo con Dio in ogni giorno del calendario, così come suggeriscono le commoventi parole di Madre Teresa di Calcutta: "Faremo di questo anno un anno particolare di pace. Per essere in grado di realizzare questo, parleremo molto a Dio e con Dio, e meno con gli uomini e agli uomini. Predichiamo la pace di Cristo, come lui ha fatto. Egli è andato in giro facendo il bene; non smise mai la sua opera di carità, perché i farisei e altri lo odiavano, o cercavano di distruggere l'opera del Padre. Egli continuava a fare il bene".
Si è uomini artefici di pace nella misura in cui Cristo rivive in noi. La pace, intesa come integrità e pienezza del bene, nasce solo dall'amore che ha in Cristo la sua sorgente. È Cristo che ci dona la vera pace. La pace che Gesù dona implica un rapporto ordinato con Dio, con gli altri, con le cose e con se stessi. Inizia nell'intimo del cuore e dal cuore, si diffonde nella famiglia, nella città, nella nazione, nel mondo.

Oggi è anche la Giornata mondiale della pace. Si capisce bene il senso del messaggio del Papa quando riconosce, nella povertà, uno tra i fattori che aggravano i conflitti, anche armati. E i conflitti, per circolo vizioso, alimentano le già tragiche situazioni di povertà. Di qui l'appello di Benedetto XVI: "Combattere la povertà, costruire la pace". Ogni forma di povertà imposta ha alla propria radice il mancato rispetto della dignità della persona umana. A chi dice che è lo sviluppo demografico la prima causa della povertà, Benedetto XVI osserva che "lo sterminio di milioni di bambini non nati, in nome della lotta alla povertà, costituisce in realtà l'eliminazione dei più poveri tra gli esseri umani". C'è poi la povertà dei bambini, che sono "quasi la metà di coloro che vivono in povertà assoluta". Da qui un "impegno a difesa della famiglia" e della sua stabilità perché "quando la famiglia si indebolisce i danni ricadono inevitabilmente sui bambini. Ove non è tutelata la dignità della donna e della mamma, a risentirne sono ancora principalmente i figli". Solo l'amore rinnova la faccia della terra.
Maria, madre di Dio e regina della pace, interceda per noi.

Commento a cura di don Angelo Sceppacerca