Omelia (04-01-2009) |
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Quello di questa domenica è un Vangelo lungo e anche un po’ difficile, vero? L’evangelista Giovanni era un uomo geniale, a cui lo Spirito Santo aveva fatto il dono di penetrare con l’intelligenza molti misteri di Dio. Ma per noi, che siamo un po’ meno geniali, il suo modo di scrivere risulta difficile e un po’ complicato. Eppure ha dei tesori bellissimi, tutti da scoprire, il brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato! Perciò, proviamo a comprenderlo insieme, senza la pretesa di capire proprio tutto tutto, ma almeno per cogliere tutti i doni di bellezza e di luce che esso può offrirci in questa Seconda Domenica dopo Natale. L’evangelista Giovanni, prima di iniziare a raccontare nel suo Vangelo, scrive un prologo, cioè una premessa, un’introduzione. In un libro, il prologo è la parte che "viene prima del discorso importante", un modo per accompagnare il lettore ad incominciare la lettura. Se il Vangelo fosse una casa, il passo che abbiamo ascoltato è l’ingresso. Un ingresso ampio, spazioso, pieno di quadri con rappresentati i momenti più importanti della storia della famiglia che abita quella casa. Infatti, l’evangelista ci presenta in poche parole, l’essenziale degli avvenimenti della Storia della Salvezza che hanno portato alla nascita di Gesù. Incomincia raccontando di come al principio, quando ancora nulla esisteva, Dio Padre ha creato il mondo ed ogni cosa, in unione con l’amore di Gesù e con la potenza dello Spirito Santo. Tutto quello che esiste è stato creato da Dio, nulla può esistere senza di Lui. Dio Padre ha creato tutte le cose con amore, tutto ciò che è vivo viene dal soffio luminoso del suo amore, ma questa luce, questo amore, non è stato accolto dall’umanità. Anche se nel corso del tempo Dio Padre ha continuato ad offrire la sua luce, l’umanità avvolta nel buio della paura, ha sempre rifiutato di accogliere fino in fondo la luce di Dio. Allora il Padre Buono ha pensato di inviare suo Figlio, perché finalmente ogni uomo e ogni donna potesse comprendere quant’è grande l’Amore che Dio vuole offrire. Per preparare la strada al Figlio Gesù, il Padre ha mandato Giovanni Battista, che abbiamo imparato a conoscere bene durante l’Avvento. Dopo Giovanni, ecco giungere finalmente il Figlio di Dio, Gesù. L’evangelista usa un’espressione bellissima e intensa per aiutarci a capire quant’è grande questo avvenimento. Dice così: "E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi". Una frase breve, ma ricca di significato! L’evangelista sta dicendo che Dio, che è eterno, infinito, immortale, che è più di qualunque realtà riusciamo a immaginare, prende un corpo come noi, riveste la sua potenza con la nostra stessa carne, per amore! Lui, che non ha bisogno di nulla, sceglie di prendere un corpo come il nostro: che può ammalarsi, che soffre, che sanguina, che ha fame, freddo, sete, stanchezza... Lui, che ha dato la vita all’Universo intero, sceglie di nascere come un bimbo: piccolo, fragile, bisognoso di tutto! Se un neonato non trova ad accoglierlo dei genitori che si prendono cura di lui, muore. Non può farcela da solo. È triste, ma è così. Un bimbo appena nato è debole, incapace di badare a sé. Ci devono essere altre persone a nutrirlo, vestirlo, tenerlo al caldo, pulirlo. Un bimbo appena nato non è potente o invincibile: è senza difese e protezioni. E Dio sceglie di nascere proprio così, come un neonato qualsiasi. Lui che ha creato il mondo, Lui che tiene in vita tutte le cose, Lui che è più forte di ogni male, Lui che può vincere perfino la morte, sceglie di prendere un corpo di carne e nascere in mezzo a noi! Ci ama talmente, che vuole condividere ogni esperienza della nostra vita umana. Ci ama così tanto, ma così tanto, che sceglie di attraversare ogni passaggio dell’esistenza umana, dalla nascita in avanti, crescendo in mezzo alla gente del suo popolo, come uno qualunque. L’evangelista Giovanni, nel suo Prologo, dopo aver presentato tutto questo, dice molte altre cose: l’ingresso di questa casa è davvero grande e ricco e non possiamo fermarci adesso su tutto. Però non possiamo trascurare l’ultimo versetto del Vangelo di oggi, proprio l’ultimo che abbiamo ascoltato: "Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito... è lui che lo ha rivelato." Questa è una verità grandissima, davanti alla quale non possiamo che tacere colmi di stupore. Perché è senza dubbio vero che nessuno di noi ha mai visto Dio. Se volessimo fargli un ritratto, non potremmo. Nessuno di noi ha una fotografia di Dio. Ci sforziamo di pensare e immaginare come sia, qual è il suo volto, ma nessuno di noi lo sa con sicurezza. Nessuno al mondo può dire: "Ah, sì, lo conosco, Dio. Siamo andati spesso insieme in gelateria ed ho una sua foto sul mio comodino..." No, nessuno ha ricevuto questo dono! Tutti lo incontreremo faccia a faccia, quando saremo nella vita senza fine, ma fintanto che siamo qui, in questo mondo, non abbiamo la possibilità di vedere il volto di Dio, di conoscerlo di persona. Però... però è vero quello che afferma l’evangelista Giovanni: "il Figlio unigenito... è lui che lo ha rivelato." È Gesù che ci ha rivelato il volto di Dio! Gesù, con le sue parole, con il suo esempio, con la sua vita e con il suo amore, è venuto a mostrarci com’è Dio! Non ci ha dipinto un ritratto e non ne ha fatto una descrizione: ce lo ha mostrato con l’amore e con ogni istante della sua vita. Grazie a Gesù, noi sappiamo com’è Dio! Sappiamo come ama Dio: senza limiti, né misura, fino a dare la vita. Sappiamo come perdona Dio: infinitamente, perfino coloro che lo inchiodano a una croce. Sappiamo come gioisce Dio: è felice quando vede le persone che si amano con semplicità e verità, reciprocamente. Sappiamo come sogna Dio: sogna un mondo dove tutti vivono da fratelli e sorelle. E potremmo andare avanti ancora a lungo, perché sono davvero tante le cose che Gesù ci ha lasciato vedere di se stesso e, attraverso di Lui, possiamo sapere com’è Dio Padre. Quello che per millenni gli uomini avevano sperato e desiderato, noi lo possiamo vivere! Allora, in questi due giorni che ci preparano alla grande festa dell’Epifania, rinnoviamo il nostro grazie a Gesù, per essere venuto nel mondo e averci rivelato com’è Dio! Commento a cura di Daniela De Simeis |