Omelia (01-01-2009) |
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Riconoscere la presenza di Dio e rendere grazie Nel vangelo di oggi Maria occupa un posto apparentemente limitato, eppure il suo ruolo è essenziale. Intorno a lei gravitano i pastori e gli abitanti di Betlemme, che fanno da sfondo alla sua figura, mettendola in risalto attraverso un gioco di ombre e di luci. Luca si sofferma volentieri a descrivere i pastori pronti a mettersi in cammino e a raccontare ciò che hanno udito e visto: il messaggio degli angeli li ha messi in fermento, e li ha fatti diventare particolarmente loquaci. La loro agitazione e i loro discorsi non fanno che sottolineare, per contrasto, la fredda indifferenza degli abitanti di Betlemme, che non si muovono e non parlano. L'atteggiamento di Maria, immobile e silenziosa, appare profondamente diverso sia da quello dei pastori che da quello della gente di Betlemme. Anch'essa è colma di stupore, ma non si agita, e neppure si rinchiude in se stessa: estremamente attenta a ciò che vede e ascolta, "serba" ogni cosa, cioè registra e soprattutto interiorizza, affidando con cura alla propria memoria ciò che sta avvenendo, con l'intima convinzione che si tratta di qualcosa di fondamentale per la propria vita. "Meditava nel suo cuore", nota san Luca. Il contesto biblico di questa espressione le conferisce un significato preciso: riflettendo su ciò che le hanno detto i pastori, Maria si prepara ad accogliere il futuro, quello del suo bambino, senza dubbio, ma anche il suo. Come potrebbero essere disgiunti? Non può capire tutto subito. Arriverà a comprendere ogni cosa soltanto di fronte alla croce, o meglio ancora dopo la risurrezione. All'inizio di un nuovo anno in cui Dio sarà con noi, questo tema di meditazione è particolarmente significativo: dobbiamo imparare a riconoscere la presenza di Dio, e a rendere grazie. |