Omelia (06-01-2009)
padre Antonio Rungi
Cristo rischiari le tenebre di questa afflitta Terra

Celebriamo oggi la solennità dell’Epifania, ovvero della manifestazione di Gesù Cristo a tutto il mondo. Con la venuta dei Magi alla Grotta di Betlemme lo spazio e l’orizzonte della redenzione non è limitato più ad Israele e alla Palestina, ma al mondo intero. Il Bambino Gesù è il Salvatore di tutti e a Lui possono far riferimento popoli, culture, nazioni, religioni di tutta la terra e trovare in Lui la fonte stessa della verità e della vera felicità.
L’Epifania è la festa della fede, simboleggiata nella stella cometa che guida i sapienti dell’Oriente ad andare verso Cristo. In tempi di disorientamento generale, come è il nostro tempo, Gesù rappresenta, con il suo messaggio di amore, giustizia, verità e pace, l’unica possibilità di orientare il cammino individuale e dell’intera umanità verso i valori essenziali e le cose che contano davvero in questo mondo. Si tratta solo di riconoscere in Cristo il Re, il Sacerdote, Colui che ha fatto dei diversi popoli un solo grande popolo nell’unità della fede e della verità e che è il salvatore del mondo.
L’Apostolo Paolo mette al centro della riflessione del brano odierno della sua Lettera agli Efesini proprio la missione di Gesù Cristo. In Gesù Cristo tutti i popoli della terra sono chiamati all’unità nella fede, nella speranza e nella carità. Nessun è escluso preventivamente e pregiudizialmente dalla comunione con Cristo in questo mondo e nell’eternità. In ragione di questa prospettiva messianica, il cristiano fa proprio il messaggio che ci viene dalla parola di Dio di questa solennità e che nella prima lettura ci presenta uno dei brani del profeta Isaia tra i più belli e ricchi di contenuti religiosi, di autentica speranza e di universalità di pace e di bene. Bisogna rivestirsi della luce, ovvero della fede-speranza per andare incontro al Signore in questo tempo segnato da tanto buio e da tante tenebre.
A rischiare le notti di questi giorni non sono le stelle del cielo o la luna, ma i razzi e le bombe che sorvolano la terra di Gesù ed uccidono persone, bambini. Quanta amarezza nel nostro cuore, anche in questa Epifania del Signore, in questa festa della manifestazione di Dio a tutta l’umanità, in questa nuova teofania che dovrebbe affratellare le genti di tutta la terra. E invece proprio nella Terra Santa le tenebre dell’odio e della guerra tra due popoli e nazioni diverse calano su questa giornata che cristianamente ci indica la via di Dio accolta anche da chi di Dio non sapeva nulla, come i saggi venuti dall’Oriente e guidati alla grotta di Gesù da quella stella cometa che dovrebbe essere il faro di luce per tutti gli esseri umani di tutti i tempi e di tutte le nazioni.
Questa bellezza dell’Epifania, questa sua insita luminosità che già ci proietta alla luce della risurrezione di Cristo, tanto da essere definita Pasqua-Epifania, possa trovare accoglienza nel cuore di ognuno di noi, meditando profondamente sul testo del vangelo odierno, che ci racconta della venuta dei Magi a Betlemme. Chi ha incontrato davvero Cristo nella fede e nella vita, come i Magi, cambia strada per non incrociare sulla propria via coloro che vogliono uccidere la speranza, distruggere la vita, dissacrare ogni cosa che è espressione di una fede grande nel Signore, simboleggiata da quel Re Erode che pur di uccidere Cristo, appena nato, non esita a fare una strage, quella degli innocenti. Una strage che continua ancora oggi, stranamente proprio in quei luoghi dove è nato, vissuto e morto Gesù, perché a morire sotto le bombe assassine delle parti in guerra sono sempre più numerosi i bambini ed intere famiglie.
Oggi che celebriamo la giornata mondiale dell’infanzia missionaria si abbia a cuore ciò che veramente i bambini di tutto il mondo, anche nel nostro mondo occidentale si attendono da questa giornata: essi vogliono solo pace, amore, unità familiare e del genere umano. Questo è possibile se non si esclude dal proprio orizzonte Gesù Cristo, ma come i Magi ci si incammina nella fede e nella speranza di incontrarlo in questo mondo, nell’attesa di incontrarlo nel Regno dei cieli.
Perciò possiamo pregare con la stessa orazione che eleveremo al Signore all’inizio della santa messa di questo giorno solenne: O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. Amen.