Omelia (12-01-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Eb 1,1-2 Dalla Parola del giorno "Dio che aveva già parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio." Come vivere questa Parola? In forma più coincisa, ma non meno pregnante, Giovanni dirà: "In principio era la Parola... e la Parola era Dio". Un’espressione che apre orizzonti sconfinati, introducendoci nella realtà intima di Dio: il suo essere fondamentalmente relazione e relazione d’amore. Cosa è infatti la parola se non la rivelazione di ciò che ognuno custodisce in sé di più intimo, di più segreto? Verbalizzare il proprio mondo interiore dice volontà di comunione, consegna di sé. È quanto Dio ha fatto fin dall’inizio, quando la sua Parola ci ha chiamati all’esistenza, ponendoci dinanzi a sé come suoi partner. Un dialogo che Dio non ha mai voluto interrompere, anche quando l’uomo si è rifiutato di ascoltare e si è chiuso nel suo ostinato mutismo. All’eloquente richiamo della natura si è intrecciata la voce dei profeti e, infine, il ‘farsi carne’ della stessa Parola. Lo abbiamo contemplato nel tempo liturgico che si è appena concluso, ma la sua presenza permane tra noi, sollecitandoci ad accoglierla nei mille appelli quotidiani che veicolano la sua volontà di amore. Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò allo Spirito Santo la docilità dell’ascolto, perché la Parola che oggi mi raggiungerà trovi risonanza e pronta risposta in me. Che io ti ascolti, Signore, e mi lasci plasmare dalla tua Parola che è Vita. La voce di un teologo-poeta Questo è un mondo senza misura e senza gloria, perché si è perso il dono e l’uso della contemplazione... civiltà del frastuono. Tempo senza preghiera. Senza silenzio e quindi senza ascolto... E il diluvio delle nostre parole soffoca l’appassionato suono della sua Parola David Maria Turoldo |