Omelia (16-01-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Commento su Eb 4,2 Dalla Parola del giorno A quelli la parola udita non giovò in nulla, non essendo rimasti uniti grazie alla fede con coloro che avevano ascoltato. Come vivere questa Parola? L’autore della lettera agli Ebrei richiama, in questo passo, un increscioso episodio dell’Antico testamento. Israele è accampato nel deserto presso la terra di Canaan che Dio aveva promesso di dar loro. Una spedizione di esploratori si inoltra in questo territorio e ne torna esaltandone la straordinaria fecondità. Alcuni, però, mettono in risalto le difficoltà di una possibile conquista. Il popolo è preso dal panico. A nulla valgono i richiami ai molteplici interventi divini in loro favore: la fede vacilla dinanzi alla stringatezza della logica umana, e ci si rintana nelle proprie meschine sicurezze, autocondannandosi a "non entrare nel riposo di Dio", cioè in quella terra su cui si erano concentrate le attese di più generazioni. È lo scacco matto che il bisogno di ‘garantirsi le spalle’ può dare alla fede. Si può vivere per anni protesi verso un ideale di santità, ma senza giungere mai a cedersi totalmente: c’è sempre qualche riserva, qualche piccola sicurezza a cui aggrapparsi nel caso che... E qui non abbiamo il coraggio di terminare la frase. È il Signore, allora, che interviene e ci mette alle strette: si può entrare nel suo riposo, già qui e ora, solo a patto che si abbia il coraggio di ‘giocarsi’ per Lui, senza mezzi termini: o si crede e si abbraccia il rischio di una sequela autentica, o si rimane acquattati in una mediocrità deprimente ammantata di uno scialbo fideismo. Oggi, nel mio rientro al cuore, alzerò con coraggio la benda che mi impedisce di guardare in faccia la mia posizione di fede: credo senza se e senza ma, fino a buttarmi senza riserve nell’avventura della fede, o il mio credere è una vernicetta scialba che mi spinge facilmente al compromesso? Donami, Signore, una fede robusta, capace di sostenere il mio impegno cristiano anche quando le situazioni fanno presagire la lotta. La voce di un grande testimone La fede non è un approdo, ma un sicuro orientamento di grazia verso l’approdo. La traversata continua e faticosamente. Chi non ha la grazia di credere è tentato dall’incertezza e dal timore del niente. Chi ha la grazia di credere è travagliato dalla luce stessa che gli fu comunicata. Primo Mazzolari |