Omelia (17-01-2009) |
Casa di Preghiera San Biagio FMA |
Dalla Parola del giorno La Parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Come vivere questa Parola? La Parola di Dio non può essere assimilata a un ottimo compendio di saggezza umana, il cui compito si esaurisce nel soddisfare la curiosità intellettuale, aprendo squarci interessanti su un glorioso passato. Essa è paragonata a una spada che, impietosamente, penetra nel più intimo di noi stessi, portando in luce quanto di più segreto vi si nasconde. Rimuove comode maschere, dietro cui ci si cullava nella pacificante convinzione di una vita irreprensibile. E, bruscamente, ci mette davanti il nostro io più vero, nella sua spietata nudità. Troppo crudo questo discorso? Basta verificarlo alla luce di una qualunque pagina biblica. Come giustificare ancora, con il pretesto che "tutti fanno così" certe facili concessioni ad esempio nell’ambito dell’amore reciproco, o della giustizia sociale o del doveroso rispetto per la nostra e l’altrui persona, quando la Parola di Dio ricorda che siamo tempio dello Spirito Santo, o che dobbiamo perdonare non sette volte, ma settanta volte sette, oppure che se mio fratello ha fame non posso limitarmi a dirgli: va’ in pace e saziati? Il rischio di ridurre anche la ‘Lectio Divina’ a una moda o a un lusso dello spirito è sicuramente in agguato, ma, attenzione: sarebbe un tradimento della stessa Parola! Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascerò che questa Parola mi scavi dentro, mettendo in luce certe piccole doppiezze che possono essersi insinuate in me per giustificare comportamenti non sempre in linea con il precetto evangelico. Grazie, Signore, della tua Parola di verità, che può ferirmi, ma per dare ali al mio spirito. La voce di un vescovo La prima cosa che la Parola di Dio ci chiede è un lento cammino di acclimatamento con un nuovo modo di pensare e di vivere. Carlo Maria Martini |