Omelia (18-01-2009)
Casa di Preghiera San Biagio FMA


Dalla Parola del giorno
Venite e vedrete.

Come vivere questa Parola?
Giovanni e Andrea, i primi apostoli che si sono messi sulle orme del Maestro, si sentono spiazzati dalla domanda di lui: "Che cercate?". Come due bambini colti in fallo riescono solo a formulare a loro volta una domanda: "Dove abiti?". La risposta è un invito ad entrare in un’esperienza: "Venite e vedrete". Poche battute che racchiudono in sintesi tutta l’avventura cristiana.
È il desiderio, quella nostalgia profonda che ognuno si porta dentro e a cui forse non sa dare il nome, a spingerlo a cercare. Forse anche su strade sbagliate che lasciano stanchi e delusi. Ma è un dato di fatto: tutti avvertiamo il bisogno di un di più che appaghi la nostra sete di infinito, di gioia, di pienezza. È importante non soffocarlo, mettersi in ricerca, lasciarsi provocare dalla domanda: Che cerchi? Già! Che cosa cerco? In questa domanda è forse la risposta alla mia inquietudine.
Devo passare dal ‘che’ al ‘Chi’ cerco. Perché è di Lui, di Dio che sono assetato. Ammetterlo è imboccare la strada giusta, quella che conduce là dove Egli abita. Si tratta, allora, di seguirlo senza timore per vicoli fasciati di silenzio che portano a una dimora troppo poco frequentata, perché ‘ci sono troppe cose da fare!’.
Scopro così con gioioso stupore, che Egli abita lì, nel profondo del mio cuore. Se poi avrò il coraggio di restare con Lui, in questo angolo talvolta trascurato, anche i miei occhi si apriranno e finalmente ‘vedrò’ Colui che dà luce e senso alla mia vita.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a seguire Gesù nei recessi più silenziosi e nascosti del mio cuore. Mi accoccolerò ai suoi piedi, lasciando che mi parli o anche semplicemente gustando la dolcezza della sua presenza.

Mio Signore e mio Dio, che silenziosamente mi abiti attendendo che mi decida a "rientrare in casa", perdona se ti ho lasciato troppo solo, dimostrando di non apprezzare abbastanza il tuo dono. Eccomi: ora mi consegno a te, totalmente. Che non mi sottragga più alla tua amabile compagnia.

Parole di una mistica
Noi dobbiamo compiacerci grandemente del fatto che il nostro Dio abiti nella nostra anima e dobbiamo compiacerci ancora di più che la nostra anima abita in Dio. Ed il posto in cui la nostra anima abita è in Dio che esisteva prima che tutto fosse stato creato. Vedere e sapere che Dio, che è il nostro creatore, abita nella nostra anima è una profonda illuminazione interiore.
Giuliana da Norwich