Omelia (20-01-2009) |
Monaci Benedettini Silvestrini |
Il Signore è fedele al suo patto Nella Lettera agli Ebrei si alternano le esortazioni pratiche con le riflessioni spirituali. Nella prima parte del brano proposto per la lettura liturgica emerge l’invito alla perseveranza attiva, che si sostanzia di lavoro, carità e servizio resi ai fratelli. La seconda sezione indica le ragioni profonde della speranza cristiana: la fedeltà di Dio. Questa appare in modo palese nella storia di Abramo, al quale Dio ha promesso un futuro di benedizione e lo ha confermato con un giuramento. Ora quest’impegno irreversibile di Dio è diventato definitivo nella vicenda di Gesù. Egli infatti come sommo sacerdote costituito da Dio è penetrato nel cielo, il mondo di Dio, come precursore della nostra salvezza. Il racconto delle meraviglie compiute da Dio per Israele ci assicura che Dio è fedele agli uomini che credono nella giustizia. Dio è pietà e tenerezza. Egli ci dona il cibo in abbondanza: non abbandona chi ha fame e sete di giustizia, come non ha abbandonato Gesù sulla croce. Questa certezza intima ci sostiene in ogni momento. Gesù si appella alla tradizione biblica dove si prevede la sospensione di una norma disciplinare o religiosa in caso di necessità. Dunque, conclude Gesù, l’intenzione ultima della legge divina è il bene degli esseri umani. Egli quindi nella sua missione storica, come Figlio dell’uomo, propone in modo autorevole l’interpretazione autentica del riposo. |