Omelia (25-01-2009) |
don Roberto Seregni |
Dio è qui, ora! Il Battista è stato arrestato. Tira una brutta aria da quelle parti. Il buon senso avrebbe suggerito a tutti gli aspiranti profeti di stare un po’ tranquilli, di aspettare un momento migliore per scendere in piazza, attendere almeno che le ire vendicative della donna dell’incapace Erode si fossero calmate. Ma Gesù - come sempre! – ci lascia senza parole e decide di farsi largo sulla strada aperta dal sangue del cugino asceta del deserto. L’evangelista Marco, con il suo stile sobrio e pungente, ci riporta le prime parole di Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Subito è chiarita una questione decisiva: Gesù non annuncia un sistema religioso, non fornisce una nuova regola di vita e soprattutto non propone un ricettario di consigli morali. Gesù annuncia un fatto, un evento, un incontro e invita ad una risposta totale e generosa. Da qui, poi, viene tutto il resto. Ma se questo non è chiaro, si rischia di tuffarsi in una piscina vuota... Il tempo è compiuto, dice Gesù. Non rimandare, non cercare scuse, non nasconderti dietro un dito. Questo è il momento. Non lasciarti sfuggire la vita. Non aspettare di essere santo per iniziare a convertirti, non pretendere che tutto sia chiaro e cristallino per accogliere l’invito di Gesù. Dio è qui, ora, accanto a te. Nei panni da stirare, nelle verifiche da correggere, nei motori dell’officina, nei corridori dell’ospedale, nel sorriso imbrattato di cioccolata della tua nipotina, nel telefono che squilla... E’ nel normale scorrere dei giorni che il Rabbi di Nazareth ci invita a lasciarci interpellare dalla presenza di Dio, ad aprire il cuore a Lui, a gustare la sua presenza, a scoprirLo vicino, accessibile, affidabile. Non si diventa santi solo con i ritiri spirituali o le settimane in monastero, ma accogliendo la presenza trasformante di Dio nel caos di ogni giorno. Venite dietro a me, dice Gesù. Bellissimo! Lui non espone una dottrina, non interroga sui dieci comandamenti, non chiede ai pescatori di Galilea se sono fedeli alle preghiere quotidiane. Niente di tutto questo! Gesù invita a stare con Lui. L’esperienza cristiana – come scrivevo anche settimana scorsa – parte proprio da questa chiamata a stare con Lui, a camminare in sua compagnia, a godere di questo incontro. A volte, purtroppo, la vita di fede è ridotta ad una paccottiglia di cose da fare ed altre da non fare, come se tutto si risolvesse in un gigantesco gioco a punti, dove ti conquisti il paradiso se hai tutti i bollini appiccicati al posto giusto! Ma, per fortuna, la vita cristiana non è questo incubo... Buona settimana Don Roberto robertoseregni@libero.it N.B. Tra i "Ritagli dello Spirito" (www.oratoriotirano.wordpress.com) potete trovare diverse novità, tra cui un interessante articolo di Albert Decourtray utile per concludere la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. |