Omelia (25-01-2009) |
padre Paul Devreux |
La prima notizia del vangelo odierno è che Giovanni Battista è stato arrestato, per cui Gesù rimane solo. Decide di andare in Galilea. Ci si sarebbe aspettato che rimanesse in Giudea, puntando a Gerusalemme, perché quella è la terra del sacro, del tempio, dei sacerdoti e dei dotti; invece Gesù sceglie la terra che non conta, quella della gente povera ma concreta, terra di frontiera con il paganesimo, in due parole sceglie i lontani, e questa sarà una scelta che lo accompagnerà in tutto il suo ministero; immagine di un Dio che lascia il tempio e scende a cercare l'uomo. In Galilea comincia a proclamare la Buona Notizia di Dio dicendo: "Il tempo è compiuto", cioè ci siamo, quello che vi dico sta già succedendo. "Convertitevi", il che non è un ordine ma una proposta resa possibile dalla sua presenza, dalla vicinanza di Dio che viene a sostenere l'uomo nel suo tentativo di fare del bene. Infatti dice convertitevi e credete, cioè apritevi al vangelo, alla buona notizia; o se si preferisce, apritevi alla buona notizia, lasciate entrare il Signore nella vostra vita, e vedrete che convertirsi è possibile, per questo convertirsi e credere sono due cose inscindibili: una tira l'altra. Se Gesù ci fa questa proposta è perché lui ha sperimentato nei suoi trent'anni a Nazareth, che convertirsi, mettendo suo Padre al primo posto nella sua vita e assumendo il suo modo di vedere le creature, a costo di andare contro corrente, è bello; e questo va detto e ribadito mille volte, cercando di annientare le correnti di pensiero che ci hanno presentato la conversione come una cosa triste e contraria al desiderio di vivere insito nell'uomo. E' vero che è impegnativo, come tutte le cose serie e importanti della vita come nello sport, ma è sopratutto bello scoprire la presenza di Dio nella nostra vita e ricevere da Lui la forza per fare cose belle e utili. Per questo poi l'evangelista ci descrive le loro chiamate come una cosa alla quale hanno risposto subito, con entusiasmo. E' un modo per dirci che è stata per loro un' occasione da prendere al volo, come è di chi trova un tesoro! Convertirsi e credere al vangelo non è un dovere, ma la chiave della felicità; quindi è un piacere. Se io, la mattina volgo lo sguardo al Signore e ricevo da Lui la luce, la gioia dell'incontro, in quel giorno io comunicherò luce e gioia, e questo è importante, perché una giornata impostata e vissuta bene, è l'inizio di tutta una vita vissuta bene. |